venerdì 10 maggio 2019



Il più bello è Armando, nessun dubbio c'è

Estratto da: marcodelaluna.info
 
IL SACRIFICIO DEMOCRATICO DI SIRI  
Pubblicato il 10/05/2019 da admin   
 
Se l’elettorato grillino capisse questa cosa elementare, se capisse quindi il carattere illegale e la portata profondamente eversiva della rimozione di Siri, si rivolterebbe contro Giggino ed esigerebbe le dimissioni di Conte, che ha deciso e firmato quella rimozione, assumendosene la responsabilità politica. Quanto sopra vale per i processi in generale, mentre per il caso di Siri in particolare dobbiamo considerare i due procedimenti penali che lo interessano.
Il primo è quello in cui ha patteggiato una pena per l’accusa di bancarotta fraudolenta. Il patteggiamento non è una valida ragione perché si dimetta.
Infatti, in primo luogo, il patteggiamento non è un’ammissione o un accertamento di reato.
In secondo luogo, il motivo per cui Siri ha patteggiato potrebbe essere che, di fatto, i processi per bancarotta fraudolenta in Italia spesso vengono gestiti in modo illegale, ossia ti accusano e ti condannano anche in assenza della prova che tu abbia commesso una distrazione patrimoniale o un qualsiasi altro fatto specifico. Oppure, nei casi in cui vi sono più amministratori della impresa fallita, succede che spesso vengono condannati tutti e senza andare a vedere chi abbia fatto che cosa, applicando una sorta di responsabilità oggettiva-collettiva, e spesso in assenza di prove delle responsabilità personali e dei fatti specifici, in totale violazione del principio di personalità della responsabilità penale, dell’onere della prova e della presunzione di non colpevolezza. Può darsi che Siri fosse innocente e abbia patteggiato per evitare di subire cose simili.
L’altro procedimento penale che interessa Siri, quello ancora in fase di indagini preliminari e riguardante supposti rapporti con la criminalità organizzata, ancor meno dovrebbe essere considerato come necessitante le sue dimissioni.
Infatti, in primo luogo, la mafia in Italia è stata portata dentro le istituzioni dagli americani durante l’invasione dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale, come ricostruiscono numerosi studi storici, e da allora essa fa parte istituzionalmente dello Stato italiano: ci piaccia o no, lo Stato italiano è uno stato-mafia (come altri). Anzi, da allora le varie mafie, camorre, ndranghete hanno aumentato gradualmente il loro potere economico e politico, il loro controllo sul territorio e su buona parte dei collegi elettorali del meridione, sì che governare senza un accordo con esse (a livello locale come a Roma) è impossibile; e la pretesa che i governi italiani combattano la criminalità organizzata, quella grande e non quella minore, quella che taglieggia i bottegai o spaccia per strada, è assurda oggettivamente anche se creduta popolarmente e vendibile alle masse elettorali.
Commento
Infatti. Per me GG NOOOO ! Può andarsi a far friggere. Tutte manovre stupiissime che portano voti a Savini. Anche se non mi piace tantissimo, né fisicamente, ma del resto non mi piace neanche ggno, né politicamente perché “vicino” al pedoputtaniere, lo voterò, anzi voterò Antonio Maria Rinaldi, con cui almeno teoreticamente concorco. L'Avvocato Marco Della Luna va ringraziato perché ci chiarisce sempre anche cose che fiutiamo ma non possiamo, per ignoranza, sviscerare a pieno. Grazie.

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