lunedì 6 maggio 2019


Copiato da voxnews.info
 
Milano, 5mila bambini fuori da asili per fare posto a immigrati  

maggio 6, 2019
 
Duemila e 300 bambini fuori dalla graduatoria per l’asilo nido, 1.800 per la scuola dell’infanzia: sono i numeri pubblicati dal Comune di Milano.
E il fenomeno è diffuso in tutta Italia.
Infatti, grazie alla concorrenza dei figli degli immigrati, in Italia meno di un bambino su quattro (il 24%) riesce ad accedere all’asilo nido pubblico. Tutti gli altri pagano asili privati.
A Milano, i bambini italiani negli asili nido e nelle scuole d’infanzia pubblici sono ormai una specie in via d’estinzione. Vi si parla invece una babele di lingue diverse, dal cinese all’arabo, dallo spagnolo all’urdu parlato principalmente in Pakistan.
Asili nido comunali e scuole dell’infanzia dove quasi tutti i bimbi sono di origine straniera, con picchi oltre il 90% in alcune zone periferiche: solo per citarne alcune, le strutture in via Paravia, Monte Velino e Mompiani. E genitori che, a volte, faticano a comprendere l’italiano. Una barriera che li separa da insegnanti e personale scolastico, con problemi che si ripercuotono sui più piccoli.
«Di fronte all’estrema difficoltà di gestione dell’ormai maggioritaria quota di genitori non madrelingua, che in alcuni nidi e scuole dell’infanzia raggiunge l’80% di presenza – spiega Stefano Mansi, sindacalista della Cisl Fp Comune di Milano – mancano totalmente traduttori e mediatori culturali. Chiediamo l’immediata assunzione di personale anche se il Comune sembra andare nella direzione opposta, perché l’ultimo piano di razionalizzazione dei servizi all’Infanzia ha previsto il taglio netto del 15% delle unità educative con il passaggio da 80 a 67, l’accorpamento di diversi asili, e la perdita di ben 12 funzionarie dai servizi del territorio». Il problema di comunicazione, segnalato ai sindacati da diversi funzionari scolastici, è emerso durante l’ultimo incontro sul nuovo piano occupazionale di Palazzo Marino per coprire le carenze di organico in vari settori.
Invece di pensare a come liberarcene, questi pensano ad assumere – a spese degli italiani ovviamente – traduttori. Traduttori ! A scuola! L’immigrazione è sempre un costo, economico e sociale. Immaginate i poveri bambini italiani che si trovano in un asilo al 90% di stranieri, in Italia !
La Cgil è il peggio delle organizzazioni anti-italiane. E’ perennemente al lavoro per la sostituzione etnica.
Poi dicono che gli italiani non fanno figli, ma se gli asili pubblici sono ormai pieni di immigrati, gli italiani come fanno a fare figli? Si chiama ‘effetto intasamento’: si stanno pappando tutto il welfare. Il governo deve varare politiche ‘prima gli italiani’ e mettere il principio in Costituzione in modo che sia inattaccabile dai magistrati rossi.
Purtroppo, il decreto varato da Salvini, manca totalmente di un punto fondamentale: l’abrogazione dei ricongiungimenti familiari. Che è la vera cinghia di trasmissione attraverso cui arrivano ormai tutti gli immigrati.
Se non agiamo velocemente, sarà troppo tardi. Perderemo intere città.
Un Commento dal WEB
Ma che aspettiamo a “babysittare” ed istruire i figli in proprio. La “legge” lo consente. E copiamo le cose fatte bene dagli anglocazzoni, anziché copiare  ammazzatutto e tutti con bombe nucleari e non...la chiamano “home schooling” scolarizzazione casalinga...facciamolo, così i “professori” dovranno cambiare mestiere e aggobbirsi a raccogliere patate e pomodori da esportare all'estero. A Noi somministrano la monnezza importata da chi sa dove, magari annaffiata con merda e similari...





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