La pirateria si debella con la pirateria...
freeanimals veritas vicit
Ma cos’hanno nella testa, gli americani?
Testo di Graziano Ganzit martedì 6 agosto 2019
Normale che un figlio criminale viziato e abbondantemente foraggiato, senza cultura e strafatto di droga, pure assassino abbia un padre simile. "Tali pater talis filius" dicevano i latini. Io arresterei anche i genitori accusandoli di incauta sorveglianza, omessa educazione e colposo mantenimento finanziario. 10 anni di galera e 10 milioni di dollari di risarcimento alla vedova e all'Arma dovrebbero bastare a far calare la boria a questi criminali yankee.
California: padrone 4 pitbull assassini condannato a 15 anni |
Un Commento
Visto che sono minorenni, sia negli USA che in Italia...i responsabili sono i genitori...passabili anche di omessa custodia di animale pericoloso, proprio come per i cani che uccidono qualcuno. Stessa pratica da adottare per i genitori dei bulletti, bullette, rom minorenni impiegati all'uopo, eccetera.
voxnews.info
Il decalogo dell’ammiraglio per affondare le Ong: “Confiscarle mentre cercano immigrati”
Agosto 6, 2019
L’Ammiraglio di divisione Nicola De Felice ha stilato un decalogo che spiega come fermare le navi delle organizzazioni non governative che coinvolgendo lo Stato di bandiera, per “evitare che l’Italia diventi l’unico scalo d’alaggio europeo”. Secondo l’ammiraglio, l’Italia dovrebbe intervenire, non solo quando le ong violano le nostra acque, ma appena mettono chiglia nel Mediterraneo Centrale.
Punto primo, “convocare immediatamente l’Ambasciatore dello Stato di bandiera nel momento dell’ingresso di una nave Ong nel Mediterraneo centrale.
Punto secondo, raccomandare allo Stato di bandiera della nave Ong di far dirigere l’imbarcazione verso il porto indicato dallo Stato che coordina il soccorso, “altrimenti - rimarca De Felice - dirigere la nave verso un porto tunisino qualora fosse più vicino. E questo punto, in realtà, viene sempre attivato da quando c’è Salvini. Solo che le ong rifiutano di obbedire anche allo Stato di bandiera.
Terzo punto, nel caso in cui le Convenzioni internazionali venissero infrante, sollecitare lo Stato di bandiera a prendere provvedimenti coercitivi verso nave ed equipaggio;
punto quattro, “ingiungere lo Stato di Bandiera di avviare immediatamente la procedura di protezione internazionale dei migranti al loro primo passaggio illegale a bordo della nave e quindi sul suo territorio”, sottolinea l’ammiraglio.
Punto cinque, definire reato internazionale l’operato della nave;
punto sei, “considerare la nave Ong quale ‘nave pirata’ in attività di concorso interno o esterno alle attività di tratta di esseri umani”.
In caso di non adesione ai punti precedenti, con il
punto sette è necessario “ritenere decaduto l’ ordinamento giuridico dello Stato di Bandiera ed inviare una nave militare e applicare l’ordinamento giuridico dello Stato italiano”.
Quindi, al punto otto, invoca l’attuazione del diritto di visita, ispezione a bordo e nel caso in cui venissero ravvisate le infrazioni, bisogna prendere possesso della nave “con equipaggio militare, arrestare il comandante e l’intero equipaggio, spiccare un mandato di cattura internazionale verso l’armatore”.
Punto nove, se l’ong insiste sul “dirigere verso un porto italiano per sbarcare i ‘naufraghi a pagamento’, si deve confiscare la nave”. E questo ora avviene anche con il decreto sicurezza bis.
Infine, punto dieci, “applicare il Codice di Navigazione italiano”, per chiedere allo Stato di Bandiera il rimborso di tutte le spese sostenute dall’Italia per fronteggiare il caso aperto dalla nave che fa a loro riferimento.
In pratica, il decalogo ricalca il decreto sicurezza bis per quanto riguarda l’ingresso in acque nazionali, ma agisce in modo proattivo andando a colpire le navi pirata già mentre sono a pesca in Libia.
Ps.
Punto primo, “convocare immediatamente l’Ambasciatore dello Stato di bandiera nel momento dell’ingresso di una nave Ong nel Mediterraneo centrale.
Punto secondo, raccomandare allo Stato di bandiera della nave Ong di far dirigere l’imbarcazione verso il porto indicato dallo Stato che coordina il soccorso, “altrimenti - rimarca De Felice - dirigere la nave verso un porto tunisino qualora fosse più vicino. E questo punto, in realtà, viene sempre attivato da quando c’è Salvini. Solo che le ong rifiutano di obbedire anche allo Stato di bandiera.
Terzo punto, nel caso in cui le Convenzioni internazionali venissero infrante, sollecitare lo Stato di bandiera a prendere provvedimenti coercitivi verso nave ed equipaggio;
punto quattro, “ingiungere lo Stato di Bandiera di avviare immediatamente la procedura di protezione internazionale dei migranti al loro primo passaggio illegale a bordo della nave e quindi sul suo territorio”, sottolinea l’ammiraglio.
Punto cinque, definire reato internazionale l’operato della nave;
punto sei, “considerare la nave Ong quale ‘nave pirata’ in attività di concorso interno o esterno alle attività di tratta di esseri umani”.
In caso di non adesione ai punti precedenti, con il
punto sette è necessario “ritenere decaduto l’ ordinamento giuridico dello Stato di Bandiera ed inviare una nave militare e applicare l’ordinamento giuridico dello Stato italiano”.
Quindi, al punto otto, invoca l’attuazione del diritto di visita, ispezione a bordo e nel caso in cui venissero ravvisate le infrazioni, bisogna prendere possesso della nave “con equipaggio militare, arrestare il comandante e l’intero equipaggio, spiccare un mandato di cattura internazionale verso l’armatore”.
Punto nove, se l’ong insiste sul “dirigere verso un porto italiano per sbarcare i ‘naufraghi a pagamento’, si deve confiscare la nave”. E questo ora avviene anche con il decreto sicurezza bis.
Infine, punto dieci, “applicare il Codice di Navigazione italiano”, per chiedere allo Stato di Bandiera il rimborso di tutte le spese sostenute dall’Italia per fronteggiare il caso aperto dalla nave che fa a loro riferimento.
In pratica, il decalogo ricalca il decreto sicurezza bis per quanto riguarda l’ingresso in acque nazionali, ma agisce in modo proattivo andando a colpire le navi pirata già mentre sono a pesca in Libia.
Ps.
Aggiungiamo un punto undici che risolverebbe il problema una volta per tutte: OPERAZIONI SOTTO COPERTURA IN STILE ISRAELIANO CHE DANNEGGINO LE NAVI COSTRINGENDOLE AD ENTRARE IN ACQUE LIBICHE. E POI CI PENSEREBBE IL GOVERNO DI TRIPOLI A METTERE FINE AL TRAFFICO. LÌ NON CI SONO TOGHE ROSSE.
.
Un Commento
3, 5 milioni qua 3,5 milioni la, ci facciamo il gruzzoletto. Più le“navi”...Possiamo finalmente fare le battaglie navali gratis. Tocca escogitare qualcosa per far pagare questi pirati...
27 Marzo 2017
Fantasmi in carne e ossa. Dai Galeoni alle gigantesche navi portacontainer, gli eredi di Capitan Uncino, Barbanera e Morgan continuamo a infestare tutti i mari. In particolare le coste del Corno d’Africa e le rotte dell’Oceano Indiano, dove la Marina Militare Italiana partecipa nuovamente con la Fregata Espero all’operazione europea di antipirateria Atlanta, istituita nel 2008.
Nessun commento:
Posta un commento