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Biglino: con la religione, il potere nasconde la nostra origine
Scritto il 11/8/19
Da un certo punto in avanti, sono cominciate a nascere quelle che conosciamo come civiltà. E le civiltà sono state governate dalle caste dominanti, cioè i sacerdoti o i re-sacerdoti. Purtroppo, essendo stati educati dalla cultura in cui siamo cresciuti, quando nominiamo il termine “sacerdote” ci viene in mente il nostro sacerdote, quello che avrebbe il compito di occuparsi di anime da portare a Dio. In realtà, i sacerdoti di allora tutto facevano, meno che occuparsi di anime: erano i governatori locali per conto delle divinità. Quindi erano dei governatori laici, diremmo oggi, che si occupavano dei beni delle divinità – che erano, chiaramente, individui in carne e ossa. Questa cosa rappresentava il potere. E sappiamo benissimo che, per mantenere il potere, bisogna innanzitutto gestire e mantenere la conoscenza – ma la conoscenza vera, quella che è riservata a chi comanda; perché gli altri, sotto, devono rimanere nell’ignoranza. E guardate che questa cosa non è cambiata, nel modo più assoluto. Noi ci illudiamo, di sapere.
Mi hanno spiegato come funziona il web. Quando andiamo su Google, noi vediamo il 4% di ciò che gira sul web. Sotto c’è il Deep Web, e più sotto c’è il Dark Web: lì c’è il 96% di ciò che gira in Rete. A noi viene data solo la superficie: e siamo convinti, con questo, di sapere un sacco di cose. In realtà, sappiamo solo ciò che è stabilito che noi si sappia (cioè il 4%). Se per caso un giorno vi venisse in mente di andare nel Dark Web, prendete un computer apposta e non metteteci dentro niente, perché – appena entrati – tutto il contenuto diventa di proprietà di altri, e da quel momento siete fritti. Capite? Noi viviamo in un mondo di superficie. Ma questo inganno – che vale tuttora (e i governanti lo sanno molto bene, tant’è che ci tengono chiusi in recinti ben divisi e separati, facendo in modo di metterci gli uni contro gli altri) – non è soltanto un prodotto della modernità. Questa cosa è iniziata millenni fa: gli antichi lo sapevano, e lo scrivevano pure.
Eusebio di Cesarea, uno dei Padri della Chiesa, riprendendo gli studi di Filone di Biblos, vissuto circa 2.000 anni fa, parla di Sanchuniathon, un sacerdote del 1200 avanti Cristo (cioè 3.200 anni fa). Ora, questo Sanchuniathon, «imbattutosi in certi libri segreti che stati fino ad allora nascosti nei penetrali del Tempio di Amon, si dedicò al loro studio per comprendere tutte quelle cose che non a tutti era dato conoscere». E perché? «Perché i sacerdoti, che egli critica aspramente, hanno interpretato in maniera allegorica, e poggiandosi su spiegazioni e teorie, e perciò snaturandoli, i racconti riguardanti gli dei». Ma i più recenti scrittori che si sono occupati di storia sacra, continua Eusebio, «hanno ripudiato i fatti», avvenuti in principio. «E dopo aver inventato allegorie e miti, che combinarono in modo tale da ricondurli per esempio a fenomeni cosmici, istituirono dei misteri; e li avvolsero in un’oscurità così densa, che non era possibile vedere facilmente i fatti realmente avvenuti».
Più vado avanti, e mi più mi accorgo che gli antichi ci hanno raccontato fatti realmente avvenuti. Ma sono fatti che non dovevano (e non devono) essere conosciuti. Sono fatti che devono essere nascosti sotto l’allegoria, sotto il mito, sotto la sinbologia, dentro la categoria del mistero. Perché, se si conoscono quei fatti, cadono tutti i sistemi di potere. Non c’è niente da fare, bisogna rendersene conto: i sistemi di potere cadono, se si conoscono quei fatti. Ed è per questo che fanno di tutto di evitare che certe cose vengano dette. Ma noi adesso per fortuna li abbiamo, gli strumenti per cominciare a indagare. Infatti, sempre Eusebio di Cesarea scrive che i sacerdoti che vissero dopo Sanchuniathon «vollero nascondere nuovamente la verità e ritornare al mito; da allora ebbero origine i Misteri, che ancora non erano stati introdotti presso i greci». Quindi ce lo scrivono duemila anni fa, che già stavano ingannando.
«I nostri orecchi, abituati fin dall’infanzia alle loro invenzioni e martellati ormai da tanti secoli da queste fantasie – continua Eusebio – custodiscono quasi come un deposito la materia favolosa da queste favole, che essi hanno appreso». E ancora: «Rafforzate dal tempo, queste invenzioni fantastiche sono diventate un patrimonio di cui assai difficilmente ci si può disfare, tanto che la verità sembra una fantasticheria, mentre i racconti contraffatti sembrano avere tutti i caratteri della verità». Queste cose, ripeto, le scrivevano duemila anni fa: se n’erano già accorti. Ma è chiaro che il potere è talmente forte che è riuscito a perpetrare questo inganno. Lo vediamo ancora ai nostri giorni. L’ufficialità dice: visto che una cosa non è possibile, allora non è vera. Non è possibile? E chi l’ha detto? Non è una affermazione scientifica. Io mi muovo all’opposto: facendo finta che un fenomeno sia possibile, poi scopro tutta una serie di cose che sono, se non “vere”, almeno logiche e sensate, perché si spiegano benissimo da sé, senza la necessità di inventare nulla (basta leggere ciò che c’è scritto).
Se invece si parte da quell’assunto – visto che non è possibile, non è vero – allora non c’è neppure possibilità di dialogo. «Dalle loro testimonianze – aggiunge sempre Eusebio – risulta che, tra gli antichi, i primi che diedero una sistemazione organica alle dottrine sugli dei non si sono assolutamente richiamati alle interpretazioni figurate, derivate dalla natura, né hanno interpretato allegoricamente i miti sugli dei; ma al contrario, attenendosi soltanto al senso letterale, hanno rispettato rigorosamente la verità della storia». Capite? All’inizio si attenevano al significato letterale e hanno rispettato la storia. Poi hanno cominciato a inventarsi le allegorie, i simboli e i misteri, e la storia non è più stata rispettata. E a noi, mi spiace dirlo, per quanto riguarda l’antichità viene raccontata questa storia: quella che non rispetta la verità. Quindi, ecco il metodo: sentiamo cosa ci dicono davvero, gli antichi, perché altrimenti restiamo nel mondo della favola e dell’allegoria.
(Mauro Biglino, estratto della conferenza “Elohim, signori delle montagne” tenutasi il 2 luglio 2019 al Pian del Frais di Chiomonte, in valle di Susa. Già traduttore ufficiale della Bibbia per le cattoliche Edizioni San Paolo, Biglino propone la riscoperta della lettura letterale dell’Antico Testamento, che non rivela mai la presenza di divinità spirituali, eterne e onniscienti, ma si limita a parlare di Yahwè come di uno dei tanti Elohim: tutti individui in carne e ossa, potenti ma non onnipotenti né immortali, scesi sulla Terra a governare l’homo sapiens dopo averlo “fabbricato” loro stessi, mediante clonazione genetica).
D'ei dell'Olimpo |
Un Commento
Doppiatore |
Da tempo pensato che i famosi dei dell'olimpo defunti e stradefunti, corrispondono pari pari ai manovratori odierni, che si sentono importanti soltanto perché la massa beota li adora per non qualità morali, ma perché sanno saltimbancare ed imporre il loro squallido panem et circenses, servendosi di "vecchi da marciapiede" e decrepiti "raccoglitori di mignotte” dalla bocca spropositata ! Se li boicottassimo come è giusto fare per acquistare o riacquistare la Nostra Dignità Animale, dovrebbero tornare a fare i fattorini, i facchini o addirittura raccogliere patate e pomodori. Invece lasciamo che abbindolino i nuovi servi della gleba, da pecoroni come quelli che saranno sgozzati nella "festa" mussulmana introdotta in Italia da venduti traditori e yankees di shit, appallottolati nel loro sterco. Attori, cantanti, calciatori, tastivendoli: basta tarallucci e vino, andate a fatigar bits of shit.
Non ci fossero i Meravigliosi Doppiatori Italiani...avremmo solo ste' rane gracidanti...
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