L’Italia frana, mentre Salvini & Sardine pensano all’Emilia
Giorgio Cattaneo, 24 gennaio 2020
E’ vistoso il panico del Pd di fronte alle elezioni emiliane, in una Regione-simbolo che, per la prima volta nella storia, sembra seriamente contesa dal centrodestra. Ma pur di sviare l’attenzione dal vero pericolo – la fine dell’eterno poltronificio “rosso” – il Pd preferisce scendere sullo stesso terreno di Salvini, fingendo cioè di credere che a Bologna sia in gioco chissà cosa, la fine del mondo, il tramonto dell’umanesimo di fronte all’incombere della barbarie. L’Emilia come linea del Piave, come soglia psicologica: se crollasse, però, insieme all’onesto buongoverno dell’uscente Bonaccini finirebbe rottamato soprattutto lo storico radicamento territoriale di un potere che, partendo dalla genuinità campagnola dei tanti industriosi Peppone, una volta insediatosi a Roma (dopo la fine della Prima Repubblica) ha tranquillamente svenduto il paese alla famelica finanza globalista, grazie a condottieri anti-italiani come Prodi.
E qualcuno può pensare seriamente che, con il baldo Salvini, la musica sarebbe diversa?
In premessa, ovviamente, del Pd si può dire tutto il male possibile. Liquidati Moro dalla strategia della tensione e Bettino Craxi da Mani Pulite, la filiera ex-Pci ha consegnato quel che restava dell’elettorato di sinistra al turbocapitalismo neoliberista e privatizzatore, che ha distrutto l’economia mista (gruppo Iri) che faceva dell’Italia un paese anomalo, insopportabilmente benestante grazie al traino dell’industria di Stato, pur al netto delle tante piaghe nazionali: il clientelismo atavico e la corruzione dei partiti, l’evasione fiscale record, il ruolo invasivo delle mafie nell’economia. QUELL’ITALIA È STATA SABOTATA GIÀ NEL 1981 CON IL DIVORZIO FRA TESORO E BANKITALIA, POI AL RESTO HA PROVVEDUTO IL TRATTATO DI MAASTRICHT: dopo il lavoro sporco affidato a PRODI e DRAGHI, il “vincolo esterno” imposto alla politica nazionale è stato salutato con giubilo da leader come D’ALEMA.
AGLI EX AMICI DELL’URSS È STATO FINALMENTE PERMESSO DI GUIDARE IL PAESE, SIA PURE SOLO FORMALMENTE, A PATTO CHE SI LIMITASSERO A ESEGUIRE GLI ORDINI DEL GRANDE CAPITALE FINANZIARIO NEOLIBERALE. UN’OPERA CHE SOLO L’EX SINISTRA POTEVA CONDURRE IN PORTO, CON PROVVEDIMENTI COME LA LEGGE TREU PER RIDIMENSIONARE IL PESO E I DIRITTI DEI LAVORATORI, D’INTESA CON LA CGIL.
A CONFERMA DELLE MENZOGNE QUOTIDIANE FABBRICATE DALLA PROPAGANDA SINISTRESE, PER FINIRE L’OPERA C’È STATO BISOGNO CHE SI CHIUDESSE L’INUTILE PARENTESI DEL COSIDDETTO VENTENNIO BERLUSCONIANO: LA PIETRA TOMBALE SUI DIRITTI DEL LAVORO È INFATTI GIUNTA SOLO CON RENZI, SOTTO FORMA DI JOBS ACT E ABOLIZIONE DELL’ARTICOLO 18 DELLO STATUTO DEI LAVORATORI.
CONTRO IL NUOVO PARTITO SCELTO DAL POTERE PER REGNARE SULL’ITALIA SI ERA LEVATO IL MOVIMENTO 5 STELLE, CHE AVEVA INDIVIDUATO NEL PD – GIUSTAMENTE – IL VERO NEMICO DELLA SOVRANITÀ ITALIANA. SE PERÒ L’EX SINISTRA AVEVA FATTO RICORSO A POLITICHE SOFISTICATE E A MENTI RAFFINATISSIME PER INGANNARE L’ELETTORATO, SPACCIANDO PER MEDICINA IL VELENO CHE VENIVA SOMMINISTRATO AL PAESE, I GRILLINI HANNO SFONDATO ALLA VELOCITÀ DELLA LUCE OGNI LIMITE ESTETICO, OGNI DIAFRAMMA DI DECENZA POLITICA: IN UN PUGNO DI MESI HANNO RINNEGATO AL 100% IL LORO PROGRAMMA INIZIALE, CALPESTANDO TUTTE LE PROMESSE E GETTANDO NELLA SPAZZATURA LE SPERANZE DI UN ELETTORE SU TRE.
Per un anno, usando come paravento l’uomo-ombra Giuseppe Conte, al governo coi 5 Stelle c’era pure la Lega di Matteo Salvini, che aveva ereditato da Bossi un Carroccio al 4% dei consensi. Quadruplicati, i suffragi leghisti, occupando stabilmente le televisioni per anni, essenzialmente con invettive: contro l’euro e l’Europa matrigna, contro i migranti e i campi Rom da spianare con le ruspe, contro l’atlantismo servile da rimpiazzare con una politica multipolare più rispettosa della Russia e delle istanze nazionali, ricalcando posizioni come quelle espresse in Francia da Marine Le Pen e in Ungheria da Viktor Orban.
Una volta al governo, però, il Capitano (coraggioso, a quanto pare, solo a parole) ha cominciato a frenare: HA INGOIATO LA BOCCIATURA DI PAOLO SAVONA imposta dai grandi poteri tramite Mattarella, ha subito senza fiatare il siluramento del fido Armando Siri, l’uomo della Flat Tax, e ha incassato l’umiliante “niet” di Bruxelles in relazione alla richiesta di espandere il deficit: si trattava peraltro solo del minimo sindacale, per finanziare investimenti capaci di dare un po’ di fiato al made in Italy, ma al nostro paese è stato negato anche quello.
DI CHE PASTA FOSSE IL SOVRANISMO DI SALVINI LO SI È POI VISTO NEL DICEMBRE 2018, CON L’AVVILENTE GENUFLESSIONE DI FRONTE A UNO DEI MASSIMI TERMINALI DEL POTERE IMPERIALISTA, NELLA VERSIONE ISRAELIANA INCARNATA DAL FAMIGERATO BENJAMIN NETANYAHU, UNO DEI POLITICI PIÙ PERICOLOSI DEL MEDIO ORIENTE.
Una volta al governo, però, il Capitano (coraggioso, a quanto pare, solo a parole) ha cominciato a frenare: HA INGOIATO LA BOCCIATURA DI PAOLO SAVONA imposta dai grandi poteri tramite Mattarella, ha subito senza fiatare il siluramento del fido Armando Siri, l’uomo della Flat Tax, e ha incassato l’umiliante “niet” di Bruxelles in relazione alla richiesta di espandere il deficit: si trattava peraltro solo del minimo sindacale, per finanziare investimenti capaci di dare un po’ di fiato al made in Italy, ma al nostro paese è stato negato anche quello.
DI CHE PASTA FOSSE IL SOVRANISMO DI SALVINI LO SI È POI VISTO NEL DICEMBRE 2018, CON L’AVVILENTE GENUFLESSIONE DI FRONTE A UNO DEI MASSIMI TERMINALI DEL POTERE IMPERIALISTA, NELLA VERSIONE ISRAELIANA INCARNATA DAL FAMIGERATO BENJAMIN NETANYAHU, UNO DEI POLITICI PIÙ PERICOLOSI DEL MEDIO ORIENTE.
Il resto è cronachetta: le penose risse sugli sbarchi e gli strascichi giudiziari all’italiana mentre il vero potere si mangia la Libia, l’inaudita condanna inflitta alla Lega (costretta a “restituire” 49 milioni di euro, in realtà mai rubati) e l’imbarazzante vicenda di Gianluca Savoini, sorpreso a Mosca a discutere di forniture energetiche: fatto su cui Salvini si è finora rifiutato di dare spiegazioni.
UNICO POLITICO ITALIANO CAPACE DI ESPRIMERE UN ESULTANTE TIFO CALCISTICO A FAVORE DEL BRUTALE OMICIDIO DEL GENERALE IRANIANO QASEM SOLEIMANI, l’ex mattatore del Papeete è oggi contestato dalle Sardine essenzialmente per il lessico politicamente sgarbato, intollerabile per il buonismo dei gretini che proprio non vedono i 100 trilioni di dollari già pronti, per la speculazione del secolo che si avvale dell’ingenuità della minorenne svedese.
UN GRANDE SPETTACOLO PER CIECHI: DA UNA PARTE L’IMPLUME GRETA ELOGIATA DAL FANTASMA-ZINGARETTI E DALL’ALTRA IL VILLANZONE LOMBARDO, MENTRE I TRE GRANDI POTERI DEL MONDO (GLI AZIONISTI DI VANGUARD, BLACKROCK E STATE STREET) STABILISCONO – AL POSTO DEI POLITICI – COME DOVREMO VIVERE E COSA DOVREMO PENSARE, NEI PROSSIMI ANNI. AVANZA NEL MODO PIÀ SUBDOLO L’AMBIGUA RETE WIRELESS 5G, DESTINATA A RIVOLUZIONARE IL NOSTRO MODO DI ESISTERE E DI LAVORARE. Secondo medici e scienziati, prima di decretarne la sicurezza per la salute pubblica occorrerebbero almeno tre anni di test e di studi seri e indipendenti, che invece nessuno pretende: DEL 5G NON SI PREOCCUPANO NÉ SALVINI NÉ LE SARDINE, PER NON PARLARE DEL PD E DEI RESTI UMANI PENTASTELLATI.
Per la prima volta nella storia repubblicana, 130.000 bambini italiani quest’anno sono stati esclusi da nidi e materne: LA TRAGEDIA DELL’OBBLIGO VACCINALE IMPOSTO SENZA MOTIVAZIONI MEDICHE HA MESSO NEI GUAI MILIONI DI FAMIGLIE, MA IL PROBLEMA SEMPLICEMENTE NON ESISTE NELL’AGENDA POLITICA DI NESSUN SOGGETTO, INCLUSA LA LEGA E I SUOI VALOROSI DETRATTORI “ITTICI”.
LE AUTOSTRADE CROLLANO, L’ILVA AGONIZZA E L’ALITALIA TRABALLA, LA FIAT SVENDE AI FRANCESI L’AUTO ITALIANA SENZA DARE NESSUNA GARANZIA SULLA SOPRAVVIVENZA DEGLI STABILIMENTI NAZIONALI, MA SALVINI & SARDINE (COME ANCHE GRILLINI E ZINGARETTIANI, MELONIANI E RENZIANI) HANNO BEN ALTRO PER LA TESTA: LEGGE ELETTORALE, PRESCRIZIONE, TAGLIO DEI PARLAMENTARI. E SOPRATTUTTO: ELEZIONI REGIONALI IN EMILIA ROMAGNA, CRUCIALE BIVIO PER I DESTINI DELLE ITALICHE POLTRONE.
La poltrona che auguriamo loro |
Interrogativi amletici: riusciranno i Conte-boys e resistere un altro anno, per piazzare 500 figurine (suggerite dai soliti sovragestori) negli enti strategici del sottopotere, fino ad arrivare poi alla poltronissima del Quirinale? Viceversa – ohibò – scatterebbe l’ora di Matteo Salvini, l’eroe del glorioso sovranismo italiano ispirato direttamente da Medjugorje.
LUI, IL TITANICO ARTEFICE DEL RISCATTO NAZIONALE, ARMATO DI CROCEFISSO E DEVOTO A SAN DONALD, NOTO PATRONO DELL’INDIPENDENZA ITALIANA DI CIELO, DI TERRA E DI MARE.
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