Piange il citofono lunedì 27 gennaio 2020
Di solito sono scuole. Non si sa perché. Non potrebbero adattare una fabbrica dismessa? Ma no, niente, hanno scelto le scuole (anche perché gli scolari sono in via d’estinzione, fisica e spirituale). Il batuffolo di peli elettoralmente attivo ha pian piano imparato a riconoscere il bagnetto dove liberarsi; una volta faceva il riottoso: ora si controlla da solo tanto che i pochi gendarmi ivi disposti passano il tempo a sorbire cappuccini. Il luogo è facile da pulire (basta far finta di contare le schede e bruciarle subito dopo, smontare i catafalchi di legno e pagare i soliti noti che armeggiano con tali materiale da voodoo democratico: matite copiative, cartacce, elenchi, cassoni di cartone).
E così l’Emilia non è caduta.
Ma è tutta una questione di prospettive.
L’Emilia Romagna non esiste più da quel dì.
Esiste una porzione di territorio, denominata Emilia, in preda a qualche potentato.
E questo lembo di terra poteva passare di mano, certo; cadere no, era impossibile.
A questo punto, tuttavia, occorre chiedersi: era davvero possibile anche tale cambio di mano?
Credo di no. Una eventuale sconfitta della sinistra (chiamiamola così) avrebbe privato il palco della Commedia dell’Arte di un Balanzone di prim’ordine; e, si sa, privare la commedia di un antagonista finisce per uccidere la commedia stessa: una sciagura che il Potere, quello vero, non può permettersi.
Cosa sarebbe Pantalone senza Brighella o Pulcinella senza il Diavolo? Niente, Non vi sarebbe, poi, rappresentazione, distrazione: eventualità da scongiurare.
E fu scongiurata, infatti, per merito precipuo del Brighella Verde, capace non solo di disperdere l’ultimo suo alito di credibilità, ma di rinfocolare dolosamente l’estremo orgoglio dell’ex sinistra. Anziché recare le elezioni sul glaciale terreno della disputa logica, in cui si sarebbe dimostrata, con evidenza, la mafiosità del sistema di governo emiliano, il Brighella si è esibito in una serie di numeri da circo che miravano esclusivamente a perdere le elezioni: essi, infatti, convincevano i già convinti della propria parte (mettevano in carniere, quindi, zero voti) e, al contempo, smuovevano le braci di un orgoglio sinistrato che sarebbe stato meglio seppellire sotto la cenere del disdoro. C’era, insomma, da sopire; e, invece, guarda caso, si è scelto di incarognire l’elettorato avverso, in casa sua peraltro: col bel risultato di eccitare l’affluenza e far muovere i passi dello zombie all’elettore tradizionale dell'ex Emilia Romagna.
E così, con gran sollievo di tutti, il PD è salvo e la pantomima potrà continuare.
Il primo a uscire dal sacello è stato Zingaretti il quale ha dapprima ringraziato Bonaccini per la sua campagna "eroica" (forse, un giorno, gli è stato servito un piatto di fettuccine scotte: sono avversità durissime) e, poi, addirittura, le Sardine, questo pulviscolo di poveretti, sempre gli stessi, che tocca mettere in campo dai tempi del fascista Berlusconi. Non ha potuto ringraziare Salvini di persona, sarebbe stato troppo, ma son sicuro che i due si faranno gli auguri in privato.
Intanto i padroni stanno già sbaraccando le scuole dalla mobilia del prendingiro; dove andranno a finire tutte quelle schede? E chi lo sa? Nessuno, in realtà, lo sa. La controinformazione analizza ogni evento, ma queste minuzie non gli interessano. Che il gioco sia finto sin dalle fondamenta non scuote la sua fiducia nel futuro. Essa suole votare, i suoi Borgonzoni e Bonaccini, regolarmente, al solito posto, profumato di piscio. Il profumo della sicurezza.
E così l’Emilia non è caduta.
Ma è tutta una questione di prospettive.
L’Emilia Romagna non esiste più da quel dì.
Esiste una porzione di territorio, denominata Emilia, in preda a qualche potentato.
E questo lembo di terra poteva passare di mano, certo; cadere no, era impossibile.
A questo punto, tuttavia, occorre chiedersi: era davvero possibile anche tale cambio di mano?
Credo di no. Una eventuale sconfitta della sinistra (chiamiamola così) avrebbe privato il palco della Commedia dell’Arte di un Balanzone di prim’ordine; e, si sa, privare la commedia di un antagonista finisce per uccidere la commedia stessa: una sciagura che il Potere, quello vero, non può permettersi.
Cosa sarebbe Pantalone senza Brighella o Pulcinella senza il Diavolo? Niente, Non vi sarebbe, poi, rappresentazione, distrazione: eventualità da scongiurare.
E fu scongiurata, infatti, per merito precipuo del Brighella Verde, capace non solo di disperdere l’ultimo suo alito di credibilità, ma di rinfocolare dolosamente l’estremo orgoglio dell’ex sinistra. Anziché recare le elezioni sul glaciale terreno della disputa logica, in cui si sarebbe dimostrata, con evidenza, la mafiosità del sistema di governo emiliano, il Brighella si è esibito in una serie di numeri da circo che miravano esclusivamente a perdere le elezioni: essi, infatti, convincevano i già convinti della propria parte (mettevano in carniere, quindi, zero voti) e, al contempo, smuovevano le braci di un orgoglio sinistrato che sarebbe stato meglio seppellire sotto la cenere del disdoro. C’era, insomma, da sopire; e, invece, guarda caso, si è scelto di incarognire l’elettorato avverso, in casa sua peraltro: col bel risultato di eccitare l’affluenza e far muovere i passi dello zombie all’elettore tradizionale dell'ex Emilia Romagna.
E così, con gran sollievo di tutti, il PD è salvo e la pantomima potrà continuare.
Il primo a uscire dal sacello è stato Zingaretti il quale ha dapprima ringraziato Bonaccini per la sua campagna "eroica" (forse, un giorno, gli è stato servito un piatto di fettuccine scotte: sono avversità durissime) e, poi, addirittura, le Sardine, questo pulviscolo di poveretti, sempre gli stessi, che tocca mettere in campo dai tempi del fascista Berlusconi. Non ha potuto ringraziare Salvini di persona, sarebbe stato troppo, ma son sicuro che i due si faranno gli auguri in privato.
Intanto i padroni stanno già sbaraccando le scuole dalla mobilia del prendingiro; dove andranno a finire tutte quelle schede? E chi lo sa? Nessuno, in realtà, lo sa. La controinformazione analizza ogni evento, ma queste minuzie non gli interessano. Che il gioco sia finto sin dalle fondamenta non scuote la sua fiducia nel futuro. Essa suole votare, i suoi Borgonzoni e Bonaccini, regolarmente, al solito posto, profumato di piscio. Il profumo della sicurezza.
Commenti
Anonimo 27 gennaio 2020 04:26 pm
Da non votante cerco di trovare in queste elezioni una nota lieta: la scomparsa dei cinque stalle. Per il resto posso assicurare che il sistema massonico-mafioso-clientelare instaurato dai compagni di merende in emilia e toscana ha proporzioni gigantesche.
Detto questo vi racconto un storiella accaduta nel capoluogo dantesco. Un extracomunitario viene convocato in questura per la concessione della cittadinanza italiana. Questi va dal questore e gentilmente rifiuta motivando così: "Ho molti più vantaggi e agevolazioni da straniero che da italiano; gli italiani pagano solo tasse e non ricevono niente in cambio, noi stranieri invece abbiamo tutto senza pagare niente"
Un sudamericano sicuramente fassista e rassista...
Monia 667 27 gennaio 2020 06:26 pm
Io invece sto al gioco. Voto. E' pur sempre un deterrente. Non è detto che poi non gli faccio la piscia in cucina durante la nottte...e sul pavimento, non sul costoso tappetino pisciacani. Se fossimo uniti nella lotta e non fij de na' stronzoccola, faremmo lo sciopero fiscale permanente: non hanno abbastanza prigioni per tutti. L'altra soluzione è dipingersi di color “marron” ed aprirsi un negozietto di articoli di scarto.
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