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La scolarizzazione come prerequisito del bravo suddito
Testo di Paolo Sensini giovedì 29 ottobre 2020
È da anni e anni che preparano lo "stato emotivo" e psichico in cui costringono a vivere oggi la popolazione. Perché a differenza di ciò che si è portati credere, più si è scolarizzati e più si è propensi a bere ogni fandonia mediatica, purché ripetuta un certo numero di volte. E' ciò che ha spiegato già nei primi anni '60 del Novecento il sociologo francese Jacques Ellul, secondo il quale la moderna propaganda non può funzionare senza "istruzione". Egli ribalta così la nozione prevalente secondo cui l'istruzione sarebbe la migliore profilassi contro la propaganda. Al contrario l'istruzione, o comunque ciò che viene comunemente designato con questo termine nel mondo contemporaneo, è il prerequisito essenziale della propaganda. Di fatto, il concetto di istruzione è ampiamente sovrapponibile a ciò che Ellul chiama "pre-propaganda": il condizionamento delle menti tramite l'immissione di grandi quantità di informazioni tra loro incoerenti, già dispensate per altri fini e presentate come "fatti" e "cultura".
Il sociologo prosegue il ragionamento designando gli intellettuali, ma oggi il ragionamento può essere esteso al cosiddetto "ceto medio riflessivo", come la categoria più vulnerabile alla propaganda moderna, per tre motivi: 1) assorbono la più grande quantità di informazioni non verificabili e di seconda mano; 2) sentono il bisogno impellente di esprimere un'opinione su qualsiasi importante questione di attualità, e pertanto soccombono facilmente alle opinioni offerte loro dalla propaganda su informazioni che non sono in grado di comprendere; 3) si considerano in grado di "giudicare per conto proprio". Hanno letteralmente bisogno della propaganda. Non vi pare sia esattamente questa la situazione in cui ci troviamo a vivere oggi?
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