Pensieri di Logica ed Informazione
La prima ad accorgersi e denunciare il traffico ndranghetaro sulle “salme” dei nigerini invasori a € 1.000,00 a “cranio” è stata voxnews.info.
Il Popolo Sovrano Italiano è l'unico ad avere l'obbligo di essere invaso da chicchessia, purché nigerino o nigerone senza possibilità di dissentire.
Paga e sta' zitto. Si è anche saputo che il voto di scambio va da 7 a 10 €. Quanto prende una “sardina” per vagare, spesat*, da una “piazzetta” all'all'altra?
Se avessimo gli “Attributi” smetteremmo di PAGARE a cominciare dai bollettari, peggio dei cravattari. I primi i soldi non te li dano MAI, MAI, MAI. I secondi almeno all'inizio i soldi te li danno. Bollettari, giornalonari, stati di mafia, smagistratura, sgoverni, politicanti, ministri: tutti infedeli e traditori. Debelliamoli con l'eterno sciopero fiscale.
Ne abbiamo facoltà: Legittima Difesa.
Neanche le ore 09:00. Radio 24. stanno denunciando che i sacchetti “biodegradabili” non lo sono e che anche questo è un MALaffare. Invece di farsi tutte queste pippe mentali e non, non è semplice usare buste di carta come si fa nei mercati rionali? La carta si può gettare nell'umido, essendo tratta dall'albero e quindi dall'elemento “legno”.
https://www.ilsole24ore.com
Estratto di Jacopo Giliberto Sacchetti 04 gennaio 2018
È meglio usare la carta
Dal punto di vista ambientale spesso è consigliabile l’uso della carta in sostituzione della plastica, ma pochi supermercati fanno ricorso a questi imballaggi per la pesata e la prezzatura degli alimenti sfusi perché non consentono al cassiere di vedere in trasparenza se il contenuto corrisponde all’etichetta.
Invece può continuare il tradizionale confezionamento nel foglio di carta fermato con il nastro adesivo (come in farmacia) e, per il trasporto, come da sempre il cliente può rifiutare il sacchetto e può portare con sé la merce acquistata in qualsiasi modo desideri, come borsa, borsetta, tasca, carrello, sacco, sottobraccio, saccone e contenitore.
Un impianto di compostaggio protesta: le bioplastiche non si degradano
Diversi impianti di trattamento del compost lamentano la scarsa biodegradabilità delle plastiche biodegradabili. Per esempio l’azienda di nettezza urbana di Bolzano, la Seab, avverte i concittadini: non usate i sacchetti di plastica biodegradabile, usate quelli di carta.
In alternativa possono essere utilizzati solo sacchetti di carta per alimenti senza finestre in nylon (per esempio, quelli del pane).
In alcuni casi si paga alla pesatura, che il sacchetto ci sia o no .
In questi casi, chi non usa il sacchetto e presenta alimenti pesati ma non racchiusi (per esempio chi incolla l’etichetta sull’anguria) può essere costretto a pagare il sacchetto anche se non lo ha usato.
Finché queste catene di supermercati non adegueranno il sistema di prezzatura dei sacchettini a contatto con gli alimenti, ciò potrà rimanere un freno ai consumi consapevoli di chi concorre a ridurre gli imballaggi.
Rischi per il mercato
Potrebbero esserci effetti controproducenti sul mercato.
Negozi e altri consumatori si rivolgono alla carta, che è permessa e addirittura consigliata dal punto di vista ambientale.
Inoltre molti consumatori stanno respingendo dai negozianti il sacchettino a pagamento, rinunciando alla sua comodità.
Il minore uso di sacchetti di plastica è fra gli obiettivi principali della direttiva europea 2015/720, e pare che lo strumento stia conseguendo in modo mirabile l’obiettivo.
Il minore uso di sacchetti e il ricorso alla carta consegue ottimi risultati ambientali perché riduce l’uso di imballaggi ma al tempo stesso restringe il mercato, con rischi non solamente per i produttori di materia prima ma anche per le centinaia di aziende di trasformazione delle bioplastiche e di produzione dei sacchetti biodegradabili.
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Estratto di Jacopo Giliberto Sacchetti 04 gennaio 2018
È meglio usare la carta
Dal punto di vista ambientale spesso è consigliabile l’uso della carta in sostituzione della plastica, ma pochi supermercati fanno ricorso a questi imballaggi per la pesata e la prezzatura degli alimenti sfusi perché non consentono al cassiere di vedere in trasparenza se il contenuto corrisponde all’etichetta.
Invece può continuare il tradizionale confezionamento nel foglio di carta fermato con il nastro adesivo (come in farmacia) e, per il trasporto, come da sempre il cliente può rifiutare il sacchetto e può portare con sé la merce acquistata in qualsiasi modo desideri, come borsa, borsetta, tasca, carrello, sacco, sottobraccio, saccone e contenitore.
Un impianto di compostaggio protesta: le bioplastiche non si degradano
Diversi impianti di trattamento del compost lamentano la scarsa biodegradabilità delle plastiche biodegradabili. Per esempio l’azienda di nettezza urbana di Bolzano, la Seab, avverte i concittadini: non usate i sacchetti di plastica biodegradabile, usate quelli di carta.
In alternativa possono essere utilizzati solo sacchetti di carta per alimenti senza finestre in nylon (per esempio, quelli del pane).
In alcuni casi si paga alla pesatura, che il sacchetto ci sia o no .
In questi casi, chi non usa il sacchetto e presenta alimenti pesati ma non racchiusi (per esempio chi incolla l’etichetta sull’anguria) può essere costretto a pagare il sacchetto anche se non lo ha usato.
Finché queste catene di supermercati non adegueranno il sistema di prezzatura dei sacchettini a contatto con gli alimenti, ciò potrà rimanere un freno ai consumi consapevoli di chi concorre a ridurre gli imballaggi.
Rischi per il mercato
Potrebbero esserci effetti controproducenti sul mercato.
Negozi e altri consumatori si rivolgono alla carta, che è permessa e addirittura consigliata dal punto di vista ambientale.
Inoltre molti consumatori stanno respingendo dai negozianti il sacchettino a pagamento, rinunciando alla sua comodità.
Il minore uso di sacchetti di plastica è fra gli obiettivi principali della direttiva europea 2015/720, e pare che lo strumento stia conseguendo in modo mirabile l’obiettivo.
Il minore uso di sacchetti e il ricorso alla carta consegue ottimi risultati ambientali perché riduce l’uso di imballaggi ma al tempo stesso restringe il mercato, con rischi non solamente per i produttori di materia prima ma anche per le centinaia di aziende di trasformazione delle bioplastiche e di produzione dei sacchetti biodegradabili.
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