martedì 15 ottobre 2019

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Di fronte alla marea degli ideologizzati non c'è rimedio  

Testo di Gianni de Felice
 

Pascolano e brucano fra noi una massa di ideologizzati idioti, una massa di ideologizzati semplici e una massa di idioti puri. Molti di loro fanno a cazzotti per andare a dire sciocchezze negli studi televisivi. Gli ideologizzati semplici le chiamano battaglie politiche. Gli ideologizzati idioti le chiamano impegno civile. Gli idioti puri non le chiamano, perché non sanno cosa dicono: la ripetizione di luoghi comuni non richiede uso di mente. Una delle dichiarazioni più all'ingrosso è che dobbiamo accogliere chiunque - magari travestito da naufrago con smartphone, catena d'oro, cronometro, sneakers di marca e T-shirt di moda - metta piede, senza documenti, sulle banchine dei porti italiani. Poi dopo, coi mesi e con loro liberi di squagliarsela quando come e dove vogliono, scopriamo che sono irrimpatriabili, perché apolidi sconosciuti, avendo mentito, allo sbarco, su identità, età e provenienza. Gli europei si domandano se siamo scemi. E noi, che probabilmente lo siamo, continuiamo a diffamarli per egoisti.
Come irrimpatriabili, guai a definirli clandestini: lessico offensivo, discriminatorio, razzista. Sono solo irregolari, come certi verbi. Essendo irregolari, hanno diritto di bighellonare nei parchi e nelle periferie fra un'aggressione e uno spaccio, uno stupro e una coltellata al passante: tutti reati di sopravvivenza, certo! E ne siamo responsabili noi. La colpa è nostra, solo nostra che non sappiamo integrarli. C'è un notissimo pirla - che non nomino per carità di patria - che continua ad accusarci di non avere integrato in Italia certi sventurati evidentemente incapaci di integrarsi neanche a casa propria. Sul fronte della chiacchiera immigrantesca sono schierati anche i sognatori del modello Usa. Un Paese dove all'integrando fanno l'esame d'inglese, di storia americana e di leggi federali. Impresa non agevolissima con un povero analfabeta sub-sahariano, forse ignaro perfino del nome della propria tribù.
Tra gli ideologizzati semplici si annidano i maestrini di storia: quelli che ci ripetono - a noi gnurant della materia - che anche gli italiani emigravano e che l'America è stata popolata dai migranti. Avendo però dimenticato di imparare - distrattoni! - che le due Americhe erano letteralmente spopolate rispetto alla immensità dei territori, che i migranti venivano ammessi dopo penose quarantene, dovevano saper scrivere la propria firma e, se avevano malattie polmonari, croniche o mentali, venivano inesorabilmente rimandati in patria; e che in Europa si immigrava - Belgio, Germania, Svizzera - solo su richiesta e già con contratto di lavoro in tasca.
È nella massa degli idioti puri che si affollano i maestrini di sociologia del lavoro. Pronti a rimproverarci di non insegnare a naufraghi veri e finti come si diventa saldatori a ossigeno, riparatori di microscopi, stenditori di malta veneziana, controllori di robot da catena di montaggio. Questi maestrini immaginano l'Italia come un Paese che gronda di offerte di lavoro ed è fermo perché non c'è manodopera che le accetti; essendo i dati sulla disoccupazione mere falsità della propaganda di destra. Secondo loro, i palazzinari sono disperati perché non trovano chi scarichi mattoni. E angosciati si dimandano: la popolazione cala, chi ci pagherà le pensioni? Chissà, magari ignorano che fra vent'anni la tecnologia avrà ridotto a metà il lavoro che serve adesso. E non hanno ancora capito che, di quella metà superstite, ne resterà pochissima in un'Italia deindustrializzata da cinquant'anni di tragica insipienza. Agli ideologizzati idioti e agli ideologizzati semplici, vorrei urlare: sveglia baucchi, ci manca il lavoro, non i lavoratori e di bocche da sfamare ne abbiamo anche troppe! Agli idioti puri, non dico niente: non capirebbero.


Un Commento

Demonia 667 
Giaper farglielonni De Felice: questo editoriale è un CAPOLAVORO. 
Per quanto riguarda gli IDIOTI PURI, prova, prova, a dirlo loro in ANGLOCAZZONE ! 





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