C’È UNA CREPA IN OGNI COSA, È DA LÌ CHE ENTRA LA LUCE venerdì 25 dicembre 2020
Tra le auto-contraddizioni che si moltiplicano causate dall’incompatibilità delle nostre percezioni della realtà stessa, le crisi ad ogni livello (economico, geopolitico, spirituale) stanno diventando troppo brutte e dolorose per essere ignorate. Alcune delle domande più urgenti che vengono ora sollevate dai cittadini pensanti che assistono al disfacimento dei loro mondi includono:
Perché così tante persone altamente istruite sono disposte a rinunciare al loro potere innato di pensare per lasciarsi guidare da esperti oscuri che dicono loro cosa è vero e come comportarsi?
Perché così tanti nostri concittadini sono così disposti a rinunciare ai loro diritti e alle loro libertà per proteggersi da minacce invisibili come virus con un tasso di sopravvivenza del 99,9%?
Perché così tante persone sono incapaci e riluttanti ad accettare l’idea della cospirazione, o intenzionalità come un fenomeno efficiente ed esistente negli affari mondiali quando cose come “Great Reset” vengono pronunciate quotidianamente dai miliardari misantropi?
Se queste domande vi lasciano perplessi, non sentitevi a disagio. La nostra intera civiltà ha vissuto sotto un paradigma che è stato progettato per compartimentalizzare la conoscenza umana per molte generazioni (riservando il diritto di pensare dall’alto verso il basso a un piccolo corpo dirigente di ingegneri sociali e manager in condizioni e vincoli molto specifici).
Un racconto eschimese spiega così l’origine della luce: «II corvo che nella notte eterna non poteva trovare cibo, desiderò la luce, e la terra si illuminò».
Se c’è un vero desiderio, se l’oggetto del desiderio è veramente la luce, il desiderio della luce produce la luce.
(Simone Weil)
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