mercoledì 6 novembre 2019


                        


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Da zoticone vernacolare, isolato nel suo borghetto dietro la Luna, mi sono inevitabilmente sfuggiti i meriti per i quali la signora Liliana Segre, a parte il suo indubitabile fascino emanante sollecitazioni formidabili alla simpatia, sia assurta al prestigioso e prodigioso rango di senatrice a vita della Repubblica Italiana. Condivido necessariamente la dolorosa indignazione dei tanti per la sorte crudelissima che le è stata inflitta da ragazza. Ma non credo possa essere l’aver subito ingiustizia ed essere rimasta circondata da morte e devastazione, la motivazione per cui l’infallibile Mattarella l’ha incluso, in quel parnaso di non eletti. Altrimenti non basterebbe che le Camere Alte del mondo intero avessero le dimensioni della tundra siberiana per accogliere tutti e tutte coloro che, adolescenti, si sono visti circondati da morte e distruzione e ne sono scampati. E mi riferisco solo all’epoca da Bush in giù.
Un’impresa epocale. E globale.
Detto ciò, se i meriti di prima mi sono ignoti, quello monumentale di oggi glielo riconosco in pieno. E come non potrebbe essere così davanti a una donna che, pur nella fragilità dei suoi novant’anni, ha prodotto il generosissimo sforzo di affrontare, con la semplice proposta di una Commissione Parlamentare, lo smisurato e scellerato universo dell’odio, del razzismo, antisemitismo, nazionalismo, etnicismo, di tutto quello che si oppone con turpi metodi alla serena avanzata del bene corretto e globale. Di quale immane lotta sia paladina Liliana, nell’autunno del nostro scontentissimo scontento, provo a fornire alcune, del tutto inadeguate, risposte.
Non senza aver condiviso, con commosso trasporto, il vastissimo e travolgente coro che, come una sola voce, si è arruolata in questa epocale battaglia. Penso al solido unanimismo di tutti i media, penso all’immancabile Saviano, penso a Greta Thunberg, che ispirata dal nobile intento, ha subito chiesto ai vigilanti di Facebook, di sopprimere seduta stante ogni pur vago riferimento a odio per una Green New Economy che oltre a salvare l’umanità, le continuerà a far percorrere le vie che l’hanno innalzata all’attuale livello di benessere e giustizia sociale. E guardando molto in alto, penso al nostro Saggio sul l Quirinale che, antesignano della campagna lanciata da Liliana, ha ribadito che i capisaldi irrinunciabili della lotta all’odio sono e devono restare in perpetuo Nato, UE, Euro e le alleanze che, fin dalla fine della guerra, hanno vegliato acchè nel nostro paese non prevalesse l’odio, l’invidia sociale, il razzismo di classe, la xenofobia bene espressa nell’infame slogan di Yankee go home. 

Antisemitismo contro 450 milioni di esseri umani
Quali contundenti armi non ci ha messo in mano la senatrice a vita! A partire dalla prima delle sue dolorose preoccupazioni: l’antisemitismo. Pensate ai 450 milioni di arabi, secondo gruppo etnico del mondo dopo i cinesi Han, tutti semiti e tutti abbastanza maltrattati a forza di guerre ininterrotte, milionate di morti, complotti destabilizzanti, desertificazioni, pessima stampa! Mario Monforte, che ne sa una più del demonio, ai semiti arabi aggiunge anche gli akkadi, i gutei, gli assiri e babilonesi, gli aramei. Parlavano tutti semita. Perfino gli ebrei che, tuttavia, o non lo sono (ashkenaziti), o lo sono essendo stati arabi prima di diventare ebrei (sefarditi), ma nondimeno sono universalmente considerati degni di protezione dall’antisemitismo.
Una lunga storia di odio
Ciò che poi la commissione della senatrice a vita consente, anzi imporrà, è una guerra totale e senza tregua a chi si appropria di beni altrui, che siano monete o terre, in virtù di una vantata superiorità, solitamente vera nel suo contrario. Che sono poi xenofobia, razzismo nella fase dell’erezione. Ciò a cui qui la Commissione Segre allude, anche se si guarda dall’esplicitarlo, è, senz’ombra di dubbio, il colonialismo nelle sue varie e via via ammodernate forme. Si va dalle crociate, con Goffredo da Buglione che ad Acri non lasciava sul collo una sola testa degli autoctoni infedeli, al “fardello dell’uomo bianco” di Kipling, emissario della Regina nell’India di tutti paria del vicerè. Fardello che si è abbattuto su qualche miliardo di persone bisognose di fardelli, fino all’intervento delle Ong per facilitare lo spostamento di quelle persone da casa loro a casa altrui.
Avremo finalmente strumenti giuridico-parlamentari, insieme al vitale supporto dell’oligopolio mediatico-partitico-bancario-militare, che ci daranno modo di inaugurare finalmente un’era di pace, non più turbata da nazionalismi antistorici che rivendicano alla propria comunità “destini manifesti,” basati su una presunta “nazione eccezionale”, o sul “mandato divino del popolo eletto”. Quel mandato divino e quel destino manifesto che, grazie a Costantino, Teodosio, Torquemada e successori fino a noi, ha ridotto all’1% il patrimonio letterario, filosofico e artistico costruito dai classici in un millennio. Lottando con Liliana e Greta contro nazionalismo ed etnicismo, fomentatori di violenza, sapremo liberarci, non solo delle fisime patriottiche di paesi che hanno infierito sui loro civilizzatori e, oggi, sui portatori di democrazia e diritti umani, da Cuba al Venezuela, dalla Siria all’Afghanistan. Ma anche di coloro che, per profitti stellari e abietta xenofobia, provvedono i nuovi colonizzatori di armamenti che radano al suolo popoli e civiltà non compatibili con una gestione politicamente corretta del mondo.
Una commissione contro guerre e sanzioni. Finalmente!
Sicuramente, come ci insegna con particolare vigore “il manifesto”, saremo ora in grado di meglio affrontare quanto dai progressisti viene chiamato “discriminazione dei Diversi”. Impediremo che si blandiscano giovani di pelle scura perché lascino casa, famiglia, comunità, terra, storia, per favorire la Coop, Don Ciotti, Zanotelli, Bergoglio e Amazon, dopo seimila chilometri di angustie, in virtù di 14 ore nei campi per 14 euro. Inesorabilmente il mandato della senatrice è anche che si rifiuti che, solo per il fatto di non essere anglosassoni o europei, a certi paesi, seppure affetti da abietto sovranismo, vengano inflitte sanzioni, di indiscutibile natura razzista e xenofoba, a volte anche antisemita, quasi sempre nazionalista ed etnicista, mirate a sfoltirli a forza di malattia e fame.
Lotta alle fobie
Il fatto che “il manifesto” e altri strumenti di comunicazione (una faccia una razza) sfrenatamente plaudano alla senatrice a vita e al suo parto, che affida, a chi ha tutti i titoli per giudicare, la missione di separare il bene dal male e mettere a tacere le bocche de renitenti alla bonifica, non toglie che anche costoro, non sempre immacolati, subiscano gli effetti benefici della campagna. Coerenza con l’adesione alla commissione anti-odio esige che abbiano fine e giusta punizione certe forsennate campagne xenofobe. Campagne che pervadono tutto il nostro respirare, come russofobia e sinofobia, ma anche talibanofobia, o sirofobia e, soprattutto, islamofobia. Campagne fondate sull’accumulo spasmodico di fake news, tipo Russiagate, attinte da chi a Bagdad, 2003, ho visto poter pubblicare i suoi servizi in dipendenza da tre bottoni installati dal Pentagon nelle redazioni. Rosso, non pubblicabile; giallo, da rivedere; verde, pubblicabile. Ma forse già allora si trattava di neutralizzare, con la verità, l’incontenibile odio degli iracheni.
Con Liliana contro la stampa falsa e bugiarda
Cos’era la stampa, baby, mi si era già chiarito a vedere BBC e ITV riferire sulla strage di Bloody Sunday a Derry, a cui avevo assistito e che avevo documentato in maniera opposta a quanto veniva detto dagli schermi, quella sera e per altri quarant’anni. Quella di Bagdad non era che una modesta conferma. Ma anche a Tripoli, dove un’ombra di odio, mai scorta dal “manifesto”, deve aver lievemente increspato il ghigno di Hillary per la sodomizzazione alla baionetta di Gheddafi. Nulla, peraltro, rispetto ai suoi meriti in quanto donna, defraudata da quell’odiatore (e odiato) seriale di Trump (sempre secondo “il manifesto”). Avremo Liliana al nostro fianco sicuramente anche contro questa “vedova nera” di Libia, Honduras e Ucraina. E contro i suoi finanziatori, a Riyad, quelli del modernizzatore Mohammed bin Salman, quello della vivisezione di Khashoggi.
La Commissione Odio contro l’UE
Sollevandoci a un livello geopolitico, traiamo dal messaggio Segre l’insegnamento inconfondibile e incontrastabile della fuoruscita, oltreché dalla Nato, per i motivi nazionalistico-xenofobi citati sopra, dall’UE e dall’euro. Due entità che hanno consacrato il nazionalismo carolingio bi-etnico franco-tedesco, fondato su un odio millenario verso i paesi del Mediterraneo. Odio irrefrenabile in individui come Moscovici, Dombroski, Juncker. Un odio esplicitatosi con l’assalto a mano bancaria a Grecia e Italia, colpevoli di continuare a far scorrere nel sangue e circolare nelle sinapsi il retaggio di una civiltà che è la negazione di un Nuovo Ordine Mondiale fondato sull’odio di chi non si omologa all’1%.
Oppure c’è anche l’odio per i bambini di certe maestre d’asilo, di certe suorine francescane, di certi fucilatori al limitar di Gaza, di cui “il manifesto” non dice, di certi spacciatori di morte chimica, a volte farmaceutici, a volte perfino “migranti” neri, di cui “il manifesto” non dice. Ma di cui sicuramente Liliana Segre si occuperà. Gliene siamo grati. 
E, per chiudere, abbassandoci invece a livello di terra, aria e mare, non credo possa essere sfuggito alla finissima sensibilità delle madri e dei padri della Commissione Odio, il razzismo specista di chi va per le fratte e se la spassa sparando a esseri viventi per mangiarseli e anche no. O chi nei laboratori e mattatoi degli scienziati pazzi esercita la sua xenofobia (avversione all’estraneo) tagliando a fettine cani, spellando volpi, elettrificando visoni, accecando conigli, torturando vitelli, polli e maiali. Ma forse andiamo oltre il seminato….E sicuramente Norma Rangeri, che, da modesta critica televisiva, è assurta per meriti Deep State alla direzione dell’edizione italiana di quell’organo, me ne vorrà. Indimenticabile una sua inveterata contro di me quando, al TG3 feci, secondo lei, servizi splatter “inutilmente agghiaccianti” quando mostravo le sevizie sofferte da certe scimmiette cui si fracassava il cranio con lenta pressione, per vedere quanto la testa del  conducente umano avrebbe resistito all’urto.
Sono certo che Liliana Segre e la Commissione Odio saranno al fianco mio e degli animali anche non umani, anche quando si tratta di tirare le orecchie alla loro corifea Rangeri.
                            

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