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Cittadini bruciano sede Ong: “Non ci sopportano più” Marzo 4, 2020
Mamma ! Li turchi ! |
Questi accoglioni si fanno la vacanza adventure nell’Egeo, come quelli che vanno a farsi rapire in Africa. Con la differenza che i secondi fanno male solo a se stessi, questi, invece, rompono le palle da anni ai cittadini locali.
«Questo è solo l’inizio». A Chios non fanno che ripeterlo dopo l’incendio della scorsa notte. La notte del 3 marzo, intorno alle due, i cittadini hanno appiccato il fuoco al deposito degli accoglioni di Stay Human Odv, la Ong che da aprile 2018 sollazza i clandestini ospiti del campo di Vial.
A fronte di una capienza di 1.500 persone, il campo ne ospita oltre 6mila.
Pensate. Vivete in un’isola, da generazioni, poi qualcuno decide che deve trasferirsi lì e arriva clandestinamente con i barconi. Un’invasione. Poi arrivano tedeschi, francesi e altri europei a favorirne la permanenza.
Quello che sorprende è che i cittadini abbiano impiegato così tanto tempo a ribellarsi a quella che è una vera e propria invasione.
«Ieri stavamo smistando le scarpe» dice Musli Alievski, il fondatore della ONG nata nel 2016. È un giovane macedone di etnia rom, il cui padre se ne è venuto in Italia. E ora il figlio va a rompere le palle ai greci.
«Questo era il posto di partenza di tutto, dove portavamo le donazioni, dove prendevamo quello che serviva da portare al centro, sopra c’erano gli appartamenti dei volontari, tutto distrutto». L’incendio è doloso a detta della stessa polizia, che però ora ha altri problemi: gli isolani sono esasperati, la settimana scorsa hanno aggredito i militari che trasportavano i materiali per allestire un altro hotspot, più grande, in vista di un esodo dato ormai per imminente.
Sporgerete denuncia per l’incendio? Per ora no, il clima è teso e vogliamo evitare ritorsioni e vendette sugli isolani che ci aiutano. In più sull’isola sono arrivati squadroni di celerini e di cosiddetti «volontari a difesa delle isole». Hanno già aggredito la polizia.
«Questo è solo l’inizio». A Chios non fanno che ripeterlo dopo l’incendio della scorsa notte. La notte del 3 marzo, intorno alle due, i cittadini hanno appiccato il fuoco al deposito degli accoglioni di Stay Human Odv, la Ong che da aprile 2018 sollazza i clandestini ospiti del campo di Vial.
A fronte di una capienza di 1.500 persone, il campo ne ospita oltre 6mila.
Pensate. Vivete in un’isola, da generazioni, poi qualcuno decide che deve trasferirsi lì e arriva clandestinamente con i barconi. Un’invasione. Poi arrivano tedeschi, francesi e altri europei a favorirne la permanenza.
Quello che sorprende è che i cittadini abbiano impiegato così tanto tempo a ribellarsi a quella che è una vera e propria invasione.
«Ieri stavamo smistando le scarpe» dice Musli Alievski, il fondatore della ONG nata nel 2016. È un giovane macedone di etnia rom, il cui padre se ne è venuto in Italia. E ora il figlio va a rompere le palle ai greci.
«Questo era il posto di partenza di tutto, dove portavamo le donazioni, dove prendevamo quello che serviva da portare al centro, sopra c’erano gli appartamenti dei volontari, tutto distrutto». L’incendio è doloso a detta della stessa polizia, che però ora ha altri problemi: gli isolani sono esasperati, la settimana scorsa hanno aggredito i militari che trasportavano i materiali per allestire un altro hotspot, più grande, in vista di un esodo dato ormai per imminente.
Sporgerete denuncia per l’incendio? Per ora no, il clima è teso e vogliamo evitare ritorsioni e vendette sugli isolani che ci aiutano. In più sull’isola sono arrivati squadroni di celerini e di cosiddetti «volontari a difesa delle isole». Hanno già aggredito la polizia.
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