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Coronavirus: spesa online bloccata 20 Marzo 2020 di Carlos Arija Garcia
L’aumento esponenziale della domanda ha messo in ginocchio i principali distributori. Cosa fare per poter avere i beni di prima necessità a domicilio.
Mentre alcuni governatori propongono di stringere gli orari degli alimentari e dei supermercati per contenere la diffusione del coronavirus, diventa sempre più difficile, per non dire impossibile, fare la spesa online. Le principali catene e piattaforme della grande distribuzione sono bloccate. Un vero problema, visto che ordinare via Internet i generi di prima necessità e farseli portare a casa diventava l’unica valida alternativa al rischio di entrare in contatto con altre persone nelle corsie o alle casse dei supermercati.
Colpa del boom di ordini che ha messo in ginocchio le piattaforme: stare dietro a tutte le consegne in tempi accettabili è diventata un’utopia. Così, con il continuo aumento della domanda, i principali fornitori hanno allargato le braccia facendo capire che non ce la fanno a portare avanti il servizio. Si tratta, quindi, di un problema di consegne, non di scarsità di merce.
Ciò non vuol dire che bisogna fare la corsa folle al supermercato per riempire i carrelli come se non ci fosse un domani. Anzi, è stata proprio la Presidenza del Consiglio a sconsigliare questo tipo di comportamento, sia perché non è giustificato (l’approvvigionamento non mancherà) NDR SARA' VERO? sia perché si rischierebbe di creare una calca che aumenterebbe il rischio di contagi di massa.
Giusto per citare le principali piattaforme e i supermercati online, Amazon Prime Now, ad esempio, consegna con notevole difficoltà a Roma, Milano e Torino come partner di Pam e Unes. Effettuare l’ordine non è semplice e l’operatore ha già precisato che «la disponibilità dei prodotti e le finestre di consegna sono limitate a causa dell’elevata domanda».
Mentre alcuni governatori propongono di stringere gli orari degli alimentari e dei supermercati per contenere la diffusione del coronavirus, diventa sempre più difficile, per non dire impossibile, fare la spesa online. Le principali catene e piattaforme della grande distribuzione sono bloccate. Un vero problema, visto che ordinare via Internet i generi di prima necessità e farseli portare a casa diventava l’unica valida alternativa al rischio di entrare in contatto con altre persone nelle corsie o alle casse dei supermercati.
Colpa del boom di ordini che ha messo in ginocchio le piattaforme: stare dietro a tutte le consegne in tempi accettabili è diventata un’utopia. Così, con il continuo aumento della domanda, i principali fornitori hanno allargato le braccia facendo capire che non ce la fanno a portare avanti il servizio. Si tratta, quindi, di un problema di consegne, non di scarsità di merce.
Ciò non vuol dire che bisogna fare la corsa folle al supermercato per riempire i carrelli come se non ci fosse un domani. Anzi, è stata proprio la Presidenza del Consiglio a sconsigliare questo tipo di comportamento, sia perché non è giustificato (l’approvvigionamento non mancherà) NDR SARA' VERO? sia perché si rischierebbe di creare una calca che aumenterebbe il rischio di contagi di massa.
Giusto per citare le principali piattaforme e i supermercati online, Amazon Prime Now, ad esempio, consegna con notevole difficoltà a Roma, Milano e Torino come partner di Pam e Unes. Effettuare l’ordine non è semplice e l’operatore ha già precisato che «la disponibilità dei prodotti e le finestre di consegna sono limitate a causa dell’elevata domanda».
Supermercato24.it, che lavora insieme a una ventina di marchi nel Centro-Nord e a Napoli, effettua le consegne ma con tempi piuttosto lunghi: non prima di quattro o cinque giorni lavorativi. Tuttavia, nelle città più grandi come Milano, Torino o Bologna le prenotazioni sono diventate impossibili. Si dà la priorità a chi ha più di 65 anni, con una promozione che consente di avere la spesa a casa senza pagare il costo della consegna.
Esselunga continua a garantire le consegne a domicilio (anche in questo caso, gratuite per chi ha più di 65 anni) ma con tempi più lunghi rispetto all’inizio, che si dilatano di più ogni giorno che passa. Nelle grandi città si parla, addirittura, di 8-10 giorni di attesa. Proprio oggi, la catena ha fatto sapere di avere istituito dei canali preferenziali per la spesa effettuata dal personale sanitario e dai volontari designati dai Comuni e dagli enti presenti sul territorio, al fine di permettere loro di fare la spesa e consegnarla in maniera veloce alle famiglie che ne faranno richiesta.
In grossa difficoltà anche la francese Carrefour, che aveva scelto di servire soltanto «persone anziane, persone diversamente abili, future mamme e neo genitori con bambini fino ad un anno di età e persone malate», come si leggeva sul sito della catena. Purtroppo, la domanda è stata talmente alta che l’accesso al portale è diventato piuttosto complicato e la coda per effettuare l’ordine è chilometrica. C’è pure un avviso secondo cui è possibile non trovare fasce orarie disponibili per la consegna o per il ritiro. Inoltre, potrebbero verificarsi dei ritardi nell’evasione dell’ordine ed alcuni prodotti potrebbero non essere disponibili. Insomma: un invito più che palese a recarsi al supermercato fisico se si ha la possibilità di farlo.
Lo stesso vale per la Coop, che non consegna prima del 6 aprile e che ha annullato il pagamento alla consegna: ora si può fare solo con carta di credito o tramite PayPal. Va peggio alla Conad: già accedere al sito è un miracolo. I fortunati troveranno, comunque, una comunicazione con cui il supermercato si scusa perché ha raggiunto il limite massimo di clienti. Stesso messaggio che Eataly mostra ai propri clienti.
Non resta che trovare altre soluzioni, come quella di Glovo: per piccoli quantitativi di spera, il servizio dei rider è garantito nell’arco della giornata. Purché, appunto, si tratti di piccoli quantitativi.
Esselunga continua a garantire le consegne a domicilio (anche in questo caso, gratuite per chi ha più di 65 anni) ma con tempi più lunghi rispetto all’inizio, che si dilatano di più ogni giorno che passa. Nelle grandi città si parla, addirittura, di 8-10 giorni di attesa. Proprio oggi, la catena ha fatto sapere di avere istituito dei canali preferenziali per la spesa effettuata dal personale sanitario e dai volontari designati dai Comuni e dagli enti presenti sul territorio, al fine di permettere loro di fare la spesa e consegnarla in maniera veloce alle famiglie che ne faranno richiesta.
In grossa difficoltà anche la francese Carrefour, che aveva scelto di servire soltanto «persone anziane, persone diversamente abili, future mamme e neo genitori con bambini fino ad un anno di età e persone malate», come si leggeva sul sito della catena. Purtroppo, la domanda è stata talmente alta che l’accesso al portale è diventato piuttosto complicato e la coda per effettuare l’ordine è chilometrica. C’è pure un avviso secondo cui è possibile non trovare fasce orarie disponibili per la consegna o per il ritiro. Inoltre, potrebbero verificarsi dei ritardi nell’evasione dell’ordine ed alcuni prodotti potrebbero non essere disponibili. Insomma: un invito più che palese a recarsi al supermercato fisico se si ha la possibilità di farlo.
Lo stesso vale per la Coop, che non consegna prima del 6 aprile e che ha annullato il pagamento alla consegna: ora si può fare solo con carta di credito o tramite PayPal. Va peggio alla Conad: già accedere al sito è un miracolo. I fortunati troveranno, comunque, una comunicazione con cui il supermercato si scusa perché ha raggiunto il limite massimo di clienti. Stesso messaggio che Eataly mostra ai propri clienti.
Non resta che trovare altre soluzioni, come quella di Glovo: per piccoli quantitativi di spera, il servizio dei rider è garantito nell’arco della giornata. Purché, appunto, si tratti di piccoli quantitativi.
Commento Monia 667
e vi sta bene testine ! Non avete capito che con la scusa di "online" vi vogliono controllare anche quanti respiri emettete e fottervi i conti correnti da cui prelevate per spacciare ste' cavole di carte di credito e bancoMatto? Mente Gatti ! Miao miao miao. Fateci la pupù on line e chiedete, mi raccomando, il permesso ad Ale$$A! ! Invece, sfruttate il "mezzo". Fatevi inviare le ricette scannerizzate direttamente alla email della farmacia e poi andate a ritirare, anziché affollare gli studi medici. E lo prédico da almeno due anni ! Non dimenticando che una MELA al giorno vi toglie il Medico, il Farmacista ed il Cassamortaro di torno.
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