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Haftar bombarda centro immigrati a Tripoli: è attacco all’Italia ordinato da Macron? luglio 3, 2019
Guancia a guancia... |
Ieri sera le forze del generale Haftar, praticamente immobili da settimane, hanno condotto un bombardamento contro un centro di detenzione per immigrati clandestini a sud di Tripoli. Facendo decine di morti.
Non vi sfuggire la strana tempistica di quest’azione che non ha altro senso, se non mettere in difficoltà l’Italia. O comunque mettendo in crisi l’appoggio italiano a Tripoli che è totalmente dipendente dalla tenuta del blocco navale italo-libico.
Non stupirebbe scoprire dietro la solita mano morta di Macron.
Non vi sfuggire la strana tempistica di quest’azione che non ha altro senso, se non mettere in difficoltà l’Italia. O comunque mettendo in crisi l’appoggio italiano a Tripoli che è totalmente dipendente dalla tenuta del blocco navale italo-libico.
Non stupirebbe scoprire dietro la solita mano morta di Macron.
Mano morta di Maaacron |
Un attacco per mostrare che Tripoli non è porto sicuro, nonostante Tripoli sia un porto sicuro. Comunque: questi clandestini sono responsabili di quello che accade loro: non sono libici che muoiono sotto le bombe, sono immigrati che pagano migliaia di dollari per andare a prendere un barcone.
Per Alessandro Morelli, deputato leghista, quanto successo a Tripoli “dimostra” che dietro serpeggia una “scelta” ideologica chiara. Si stanno insomma “mettendo in mezzo” al dibattito politico “persino” gli immigrati “in guerra”. Perché le “bombe non cadono a caso” e se “qualcuno” ha deciso di colpire “un luogo dove ci sono delle persone, evidentemente qua c’è un indirizzo, una strategia”. Quale? Quella “carne umana”, ha detto Morelli a Omnibus su La7, viene usata appositamente per una “strategia della tensione”, dove i centri di dentenzione entrano in una logica di “battaglia” politica. Quella per determinare se la Libia è davvero un porto sicuro oppure no.
Per Alessandro Morelli, deputato leghista, quanto successo a Tripoli “dimostra” che dietro serpeggia una “scelta” ideologica chiara. Si stanno insomma “mettendo in mezzo” al dibattito politico “persino” gli immigrati “in guerra”. Perché le “bombe non cadono a caso” e se “qualcuno” ha deciso di colpire “un luogo dove ci sono delle persone, evidentemente qua c’è un indirizzo, una strategia”. Quale? Quella “carne umana”, ha detto Morelli a Omnibus su La7, viene usata appositamente per una “strategia della tensione”, dove i centri di dentenzione entrano in una logica di “battaglia” politica. Quella per determinare se la Libia è davvero un porto sicuro oppure no.
Un Commento
L'abbiamo capito subito che era una “Patronaggiata” !
Per saperne di più...
https://it.insideover.com
Da dove arrivano i migranti e perché Mauro Indelicato 29 giugno 2019
Estratto Estrattissimo
La caduta di Gheddafi lascia mano libera a molti gruppi criminali che vedono nell’immigrazione l’unica grande fonte di reddito. A gestire le partenze dalle coste sono scafisti spesso del luogo, collegati a gruppi o tribù che sfruttano i proventi della tratta libica per imporre il proprio dominio in un determinato territorio.
In questo contesto, a riportare sotto la luce dei riflettori il fenomeno migratorio è senza dubbio la strage del 3 ottobre 2013 avvenuta dinnanzi le coste di Lampedusa. Un barcone, con più di 400 migranti a bordo, si ribalta a poche miglia dall’isola più grande delle Pelagie a causa di un incendio scoppiato a bordo che scatena il panico tra i migranti. Le vittime sono 366, una tragedia considerata tra le più gravi dell’immigrazione. I morti risultano in gran parte di origine eritrea. È la strage che dà origine all’operazione Mare nostrum...
https://it.insideover.com
Da dove arrivano i migranti e perché Mauro Indelicato 29 giugno 2019
Estratto Estrattissimo
La caduta di Gheddafi lascia mano libera a molti gruppi criminali che vedono nell’immigrazione l’unica grande fonte di reddito. A gestire le partenze dalle coste sono scafisti spesso del luogo, collegati a gruppi o tribù che sfruttano i proventi della tratta libica per imporre il proprio dominio in un determinato territorio.
In questo contesto, a riportare sotto la luce dei riflettori il fenomeno migratorio è senza dubbio la strage del 3 ottobre 2013 avvenuta dinnanzi le coste di Lampedusa. Un barcone, con più di 400 migranti a bordo, si ribalta a poche miglia dall’isola più grande delle Pelagie a causa di un incendio scoppiato a bordo che scatena il panico tra i migranti. Le vittime sono 366, una tragedia considerata tra le più gravi dell’immigrazione. I morti risultano in gran parte di origine eritrea. È la strage che dà origine all’operazione Mare nostrum...
Strana coincidenza per FORZARE i confini Italiani...troppe coincidenze per non essere una scacchiettata !
Capo dello stato libico ad interim dal 25 giugno 2013 al 4 agosto 2014 Nuri Busahmein
https://askavusa.wordpress.com
Lampedusa 3 ottobre 2013. Il naufragio della verità
Riteniamo che il problema delle migrazioni contemporanee nell’area del Mediterraneo si debba far derivare dalle leggi che l’UE ha imposto agli stati membri per aderire al Mercato Interno Europeo e a Schengen.
Si possono pagare fino a dieci mila euro e impiegare anche molti anni prima di arrivare in Europa. Spesso si scappa da una guerra, altre volte dallo sfruttamento del proprio territorio, altre volte si è semplicemente alla ricerca di un lavoro.
Se i soldi spesi nella militarizzazione delle frontiere (Sicurezza) e nei centri di detenzione per migranti (Accoglienza) fossero stati impiegati nella regolarizzazione dei viaggi e nelle politiche sul lavoro, sicuramente non avremmo visto morire migliaia di persone con queste modalità.
Dal nostro punto di vista il problema rimane il sistema economico attuale che ha fatto del profitto il fine ultimo di ogni azione. Il capitalismo neoliberista, di cui l’UE è una delle espressioni politiche, fa ogni giorno migliaia di vittime che non hanno spazio nei TG e nelle rappresentazioni di Stato, non servendo a giustificare alcun tipo di politica: ne sono semplicemente le vittime. Nessuno parlerà di loro, nessuno nominerà i loro nomi.
Riteniamo che il problema delle migrazioni contemporanee nell’area del Mediterraneo si debba far derivare dalle leggi che l’UE ha imposto agli stati membri per aderire al Mercato Interno Europeo e a Schengen.
Si possono pagare fino a dieci mila euro e impiegare anche molti anni prima di arrivare in Europa. Spesso si scappa da una guerra, altre volte dallo sfruttamento del proprio territorio, altre volte si è semplicemente alla ricerca di un lavoro.
Se i soldi spesi nella militarizzazione delle frontiere (Sicurezza) e nei centri di detenzione per migranti (Accoglienza) fossero stati impiegati nella regolarizzazione dei viaggi e nelle politiche sul lavoro, sicuramente non avremmo visto morire migliaia di persone con queste modalità.
Dal nostro punto di vista il problema rimane il sistema economico attuale che ha fatto del profitto il fine ultimo di ogni azione. Il capitalismo neoliberista, di cui l’UE è una delle espressioni politiche, fa ogni giorno migliaia di vittime che non hanno spazio nei TG e nelle rappresentazioni di Stato, non servendo a giustificare alcun tipo di politica: ne sono semplicemente le vittime. Nessuno parlerà di loro, nessuno nominerà i loro nomi.
Una delle cose più aberranti della strage del 3 ottobre è proprio questa: le vittime vengono continuamente evocate divenendo uno strumento per giustificare le politiche di quei soggetti responsabili delle loro morti.
Alle vittime dell’imperialismo capitalistico.
Alle vittime dell’imperialismo capitalistico.
La torre del capitalismo |
Vaticano non è porto sicuro... |
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