Pensieri di Logica
Il “Cervello” si fa delle domande e poi va a cercare le risposte. Le “Parole” definiscono i “Concetti”.
Qui abbiamo trovato la “risposta” che avevamo intuito.
Altro interrogativo. Chiamano “proteine” sia quelle da cadavere animale, sia quelle da vegetali, asserendo che quelle “animali” sono migliori. Quindi usassero DUE vocaboli distinti...oppure si curassero !
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Frutti carnosi con maggiori contenuti proteici, percentuali
arancia: 0,9-1,3
avocado: 2,6
banana: 1,4
ciliegia: 1 ,2
dattero: 2,2
fico: 1,5
kaki: 1
lampone: 1,4
mandarino: 1
melone: 1,3
mora: 1
peperone: 1,2
pomodoro: 1
uva: 1-1,4
zucchina: 1,5
Percentuali proteine ortaggi crudi:
asparago: 1,8
barbabiet 1,2
barbab ross 1,6
carciofo: 2,4
cavolfiore: 2,6
carota: 1,2
cicoria: 1,6
cipolla: 1,4
cavolo verza 1,3
cavolo rosso 1,9
finocchio: 1,9
lattughe 1,3
pastinaca: 1,7
porro: 2
ravanello: 1
sedano 1,3
sedano-rapa 1,5
spinacio: 2
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La differenza tra canapa e marijuana spiegata in modo semplice
20 Novembre 2015
Canapa e Marijuana sono la stessa pianta, parte della famiglia botanica delle Cannabaceae (sottoinsieme dell’ordine delle piante Urticales). La distinzione tra canapa e marijuana è quindi solo lessicale e dovuta all’uso comune dei termini. Sarebbe più corretto parlare sempre di canapa, sia quando si intende la variante tessile, che quando si intende quella psicoattiva.
I due nomi distinti per definire i due diversi usi si utilizzano semplicemente per convenzione: con la parola canapa si intende la varietà che si produceva in gran quantità in Piemonte, Emilia Romagna e sud Italia, e che serve per produrre alimenti (semi, olio, farina), bio-carburante, carta, tessuti, cordame, prodotti cosmetici e materiali (spesso innovativi e molto efficienti) e per la bio-edilizia.
È quasi priva di Thc (o meglio ne contiene solo in minima concentrazione), il principio attivo che provoca lo “sballo”, e non ha quindi alcun effetto psicotropo. La sua coltivazione in Italia è legale e regolamentata (per chi fosse interessato ecco un articolo a riguardo: cosa fare per coltivare la canapa). Quello della canapa a scopi industriali è stato per anni uno dei settori di punta in Italia e nel mondo, il nostro paese ne era il secondo produttore mondiale.
Per dare un’idea di quanto fosse diffuso l’utilizzo della canapa, basti pensare che anche la Costituzione degli Stati Uniti venne scritta su carta di canapa. Si trattava insomma di una pianta che consentiva di fare in modo economico ed ecologico quasi tutto ciò che poi si è cominciato a fare con il petrolio e i suoi derivati.
Con il termine marijuana si intende invece la variante di canapa ricca di Thc e quindi ad effetto psicoattivo. Questa è la pianta cantata da Bob Marley e simbolo della cultura hippie (e contemporaneamente dagli importanti e sempre più diffusi utilizzi medici e terapeutici). La marijuana è considerata una droga leggera e la sua coltivazione in Italia è vietata. Anche se sempre più paesi nel mondo la stanno legalizzando.
Quella che si usa per scopi tessili, priva di Thc, è solitamente la pianta di sesso maschile (anche se non sempre, esistono anche qualità di canapa monoiche, cioè ermafrodite, e femmine utilizzate a questo scopo) mentre quella con effetti psicoattivi è la femmina.
Per concludere, è comunque importante sapere che le distinzioni tra i termini canapa, cannabis e marijuana sono del tutto arbitrarie. Come già accennato, il nome scientifico è lo stesso, appunto per il fatto che si tratta della medesima pianta. La distinzione del nome marijuana da quello di canapa avvenne negli anni ’30 (in questo articolo se ne parla approfonditamente).
Quando si decise che era una droga da vietare, prima negli Usa e poi in tutto il mondo.
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