lunedì 27 luglio 2020

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Il Conte-re, gli Stati Generali, il 17 gennaio 1793 
 
Le identità di Jack lo Squartatore Un giallo durato 126 anni ...
Jack lo squartatore
 http://www.bambilu-diquasitutto.com La ghigliottina | l'ombra esiste solo dove c'è la luce
 
 
Forte delle soddisfazioni cavate da una nazione debitamente sconquassata nei beni spirituali e materiali e dal fatto che è riuscito a prospettare ai suoi mandanti UE, Big Pharma e Silicon Valley, un paese pronto all’innovazione bio-tecno-fascista, popolato dall’“homo-machina”, Pippo Conte si è presentato agli Stati Generali con la (virus)corona in capo. Stati Generali, tra villa e parchi, paggi, ancelle e dame di compagnia, nell’intimità senza mascherine e distanze, a marcare L’ULTERIORE OBLITERAZIONE DEL PARLAMENTO, DEGLI ELETTI ED ELETTORI, per consegnarsi ancora una volta agli stregoni che vanno sperimentando l’era post-democratica del vaccino e della connessione. Stati Generali delle teste autocoronate, come erano quelle di Filippo IV nel 1302 e di Luigi XVI nel fatidico 1789. STATI GENERALI DOVE IL PRIMO STATO ERANO I PRETI, IL SECONDO I NOBILI E IL TERZO, CHE NON CONTAVA UNA MAZZA PERCHÉ GLI ALTRI DUE GLI SI ALLEAVANO CONTRO, GENTI URBANE E RURALI. Venivano convocati quando alla nazione non andava troppo bene e si dovevano imporre tasse, vessazioni e restrizioni. Come vedete, Historia magistra vitae anche per il ben-titolato Conte Pippo. Cui potrebbe anche capitare, e noi non glielo auguriamo, il destino del re che degli Stati Generali convocò l’ultima edizione: 17 gennaio 1793.
DAGLI STATI GENERALI, SPUNTA IL GOVERNO DI COALIZIONE MICROSOFT E VODAFONE.
Potete immaginarvi Jack lo Squartatore che, dopo averle squarciato la gola, alla vittima tampona il sangue? O Obama che, dopo aver raso al suolo la Libia, corre a donarle i mezzi per ricostruirsi prospera e indipendente? Allora dovreste avere presente anche CONTE PIPPO E IL SOCIO COLAO VITTORIO CHE PROMETTONO CURE ALL’ITALIA ANNICHILITA. PENSATE ALLE LE LORO ORIGINI. RISPETTIVAMENTE, DA UN MEGASTUDIO DI AVVOCATI, ORGANICAMENTE LEGATO ALL’OLIMPO DEL FINANZCAPITALISMO SOVRANAZIONALE E DA UNA DELLE PIÙ MICIDIALI COMPAGNIE TELEFONICHE PRO-5G E DIGITALISMO. POI DA ALCUNE DELLE PIÙ GRANDI BANCHE D’AFFARI. CONVIENE ANCHE CHE PENSIATE, SEMPRE IN PARALLELO CON JACK E OBAMA, AL RETROTERRA GIUDIZIARIO DI URSULA VON DER LEYEN E DI CHRISTINE LAGARDE, ENTRAMBE DISTINTESI, NEGLI INCARICHI ORIGINALI PER CORRUZIONE, COME DAME DI CORTE DI BILL GATES E TAGLIAGOLE DI UNA TROIKA CHE HA FATTO A PEZZI, LA GRECIA. COME JACK, UNA PER UNA, LE ALLEGRE RAGAZZE DI WHITECHAPEL.
Ciò che lega il fondatore e poi capo di Microsoft Bill Gates a Vittorio Colao e al valletto Conte, è uno dei più colossali conflitti d’interesse mai visti, cementati dalla finanza speculativa da cui tutti provengono, o dipendono (Colao da Morgan Stanley e McKinsey). Se non si viene dalla formazione al furto su scala mondiale, ce lo ricorda Goldman Sachs, non si va da nessuna parte. Per somma virtù anche bilderberghiani, si sono presentati al popolo, che si era scritto la nota costituzione, e a un parlamento, che la considera meno del diploma del nonno alla parete, con l’eleganza del noto marchese del Grillo. Protagonisti della telefonia e delle piattaforme, feldmarescialli dell’economia privata, bilderberghiani e davosiani di lusso (e dunque anche a Villa Pamphili, le cose avvenivano a porte chiuse), ecco che agli Stati Generali (CONTE PER IL CLERO, COLAO PER L’ARISTOCRAZIA) si sancisce che in Italia le cose pubbliche, come la vita e tutto il resto, passano alla mano, alla manona, del privato. Preferibilmente sanitario, digitale, protetta da quelli che hanno alla cintura le manette.
(Ri)lancio Italia 2010-2030, o lancio pandemia elettrosmog?
Quando uscì il Piano di 121 schede di Vittorio Colao, scritto con qualche commensale delle piattafome nel loft di Londra, poco se ne parlò da parte degli amici, molto si disse che trattavasi di fuffa, banalità, roba scritta sull’acqua, vuoto pneumatico. Gelosia dell’apprendista stregone, Conte, nei confronti dello stregone? Anche. Ma soprattutto depistaggio, fuffa per boccaloni. Una fuffa, comunque, che è tutta lievito velenoso, ultraliberista, destinato a crescere. UNA VISIONE DEL PUBBLICO (DEVI DA MORÌ) E DEL PRIVATO (DEVI DA VINCE’) DI UN BILDERBERGHIANO DI PESO, OSANNATO DAL REPARTO RISORSE UMANE BILDERBERG, COME STEFANO FELTRI, O LILLI GRUBER, O MARIO MONTI, DRAGHI,.ELKANN, PRODI, LETTA, BONINO, VISCO…
Quello di peso ci è stato inflitto da direttore del Tesoro, poi di Goldman Sachs e poi governatore di Banca d’Italia, fino a elargitore di miliardi alle banche da direttore di quella centrale europea. E’ il principio delle porte girevoli, felice giostra del capitalismo. Principio che mantiene in circolazione perfino uno il quale, per ciò che, nelle, e alle, nostre istituzioni, ha combinato (Codice Penale, articoli 241-274, Delitti contro la personalità dello Stato). avrebbe tutti i titoli di merito per stare come stava nella Torre della Muda il conte Ugolino (1220-1289)
Di costui, Mario Draghi (nomen omen), col nome che al plurale dell’archetipo che, da sempre, spaventa l’umanità e che ora ci si minaccia addirittura come incombente Supremo di qualcosa, governo o repubblica, o magari Nuovo Ordine Mondiale, non si dimentichi mai l’impresa del 1992. Pifferaio di Hamelin, con il suo programma di devastazione privata di ogni bene pubblico e relativa svendita ai compari esteri, perfezionato poi da Amato e Prodi. Sul panfilo della Regina, insieme ad altri della Banda del buco, banchieri, CEO, George Soros, la créme della massomafia, il ministro Andreatta, congiurò contro il patrimonio pubblico e contro gli italiani.
Grillo c’è! 
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Un mostro
Mario Draghi lascia a chi viene dopo, più che un'eredità, delle ...
Due mostri

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