martedì 23 aprile 2019



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CAPPUCCETTO GIALLO E IL LUPO CATTIVO... lunedì 22 aprile 2019
Nella vicenda della brava e tenace Greta, ci sono tutti gli elementi della manipolazione mediatica.
1- Utilizzare un'icona "pulita", MINORENNE, inattaccabile, con una sindrome precisa, per creare vittimismo e protezione, ogni volta che qualcuno muova criticità.
2- Metabolizzare e normalizzare il problema climatico, facendo percepire all'opinione pubblica che i potenti della terra sono interessati alle istanze della brava Greta, soprattutto in vista di elezioni europee che li vedono perdenti.
3- Preparare l'opinione pubblica ad abituarsi ai prossimi cambiamenti politici riguardanti l'accettazione, prima occultata e ridicolizzata, della geo-ingegneria risolutrice, perché è intimamente politica la questione.
Non solo, iniziare a creare proteste light, meme da social, flashmobe padronali, che normalizzino le criticità vere contro l'inquinamento globale, dove non vengono indicati colpevoli, dove i rapporti di classe siano banditi, dove tutto è meravigliosamente generico e riduttivo, dove si semplifica il problema, in qualche modo annullandolo, dove si cercano, al contrario di come dovrebbe essere una grammatica di coscienza di classe, alleanze proprio in quello status quo, la cui industrializzazione è la prima causa di questo problema planetario.
Si preparano le nuove generazioni a non scivolare in proteste contro l'autorità (vedi gilet gialli), ma al contrario, al fianco del potere.
In gergo si chiamano "Contenitori del dissenso", e sono paradigmi che esistono fin dal Sacro Romano Impero. Ovviamente, Greta non ha colpe, lei sarà pure in buona fede, il discorso verte sulle palesi strumentalizzazioni che lo schema del potere mette in scena attraverso il marketing sull'ambiente.
Non viene mossa criticità contro il modello produttivo, a favore dei diritti sociali e della democrazia, si scimmiottano generiche e ridicole proteste che serviranno solo al sistema per veicolarsi vicino alle istanze popolari, senza esserlo affatto.
Un capolavoro di manipolazione, talmente banale e dichiarata, che farebbe sorridere, se non sottendesse un'operazione di minculpop contro proprio quell'ambiente da ripulire, quel futuro rubato, tanto paventato ad minchiam da tutti.
Cosa si vuol far accettare, oltre alla già citata normalizzazione delle criticità verso un modello industriale post-umano, si vuol far passare che le EVENTUALI PROTESTE contro l'inquinamento globale, hanno valore solo e sempre quando il sistema le "condivide", mentre le proteste, cosiddette irregolari, sono invece da confliggere.
Si prospetta un modello di criticità molto blando ed eterodiretto, che è poi il goal che si prefigge lo schema del potere, proprio per scongiurare ed abiurare tutte quelle proteste legittime che mettano in discussione questo modello di sviluppo sbagliato ed obsoleto.
Da un lato si distrugge senza alcun problema l'ambiente con opere inutili ed invasive come la TAV, non si fa niente per aiutare i NOTAP in Puglia con i loro poveri ulivi a cui nessuno frega nulla, si usano armi chimiche e scaricano bombe sui paesi canaglia, si inquinano i territori con discariche abusive, scorie nucleari, inquinamento industriale senza limiti, e dall'altro lato, il potere accoglie la bambina come testimonial ambientalista, facendole i complimenti, lisciandola, stringendole la mano, complimentandosi del fatto che finalmente qualcuno si occupi dal basso dell'ambiente da loro e da noi tutti stuprato.
Con Greta siamo all'anno zero, la sua icona rivestita di sacralità dal sistema mediatico, come una sorta di piccola madonna nordica, diventa un archetipo di purezza e verginità contro il selvaggio e sporco mondo che è diventato una ciminiera globale a cielo aperto. 
Il problema ambientale nasce o rinasce con Greta, come un personaggio di quelle fiabe nordiche dei fratelli Grimm, che la sa lunga e suscita simpatia in primis proprio al lupo cattivo.
In altri tempi quel lupo l'avrebbe sbranata, oggi la corteggia, ma i fini sono ugualmente simili.
Greta diventa, suo malgrado, un moderno Cappuccetto Rosso, nel suo caso, un Cappuccetto Giallo, colore uguale, ma contrario ed opposto nelle proteste, a quei gilet gialli che, invece, scendono realmente in piazza.
Si glorifica la protesta virtuale come fenomeno social, la si accarezza, contrapponendola simbolicamente e consequenzialmente a quella brutale, sporca e cattiva dei francesi, che insistono a mettere in discussione l'autorità ogni sabato mattina.
Il modello Greta non mette in discussione assolutamente nulla, si pone come semplificatore di sacrosante richieste di cambiamento, senza scalfire nulla, come in senso opposto, per esempio, si cerca di semplificare politicamente il problema dell'immigrazione. Sono fenomeni politici identici, pur essendo apparentemente opposti, e soprattutto, artificiali e virtuali.
Le sentinelle della semplificazione sono utili al potere costituito che torna magicamente pulito e ripulito, sia nella sua coscienza, sia nella coscienza collettiva che, finalmente ha la sua eroina pronta a fare le sue veci. Il marketing mediatico e politico amplifica e veicola i semplificatori proprio per evitare che qualcuno voglia realmente cambiare il sistema in cui viviamo, per esorcizzare e scongiurare una vera rivoluzione dal basso.
Grazie Cappuccetto Giallo, la tua favola è tanto carina e piace tanto al mondo, ora siamo tutti più sereni perché finalmente qualcuno si occupa di inquinamento globale, poco importa se sono 40 anni che i movimenti di massa protestano, manifestano per migliorare lo status quo, prendendo mazzate in ogni piazza, poco importa se intere avanguardie siano da decenni in prima linea rischiando la pelle, benvenuta e che sia fatta la tua volontà...
Attenta però al lupo cattivo, è sempre nascosto dentro il bosco...
Commento
Infatti, ora in una pubblicità alla tv, c'è cappuccetto soros culo e camicia col “lupo” che si vede da mille miglia è che un Innocuo, Dolcissimo Commissario Rex, detto Pastore Tedesco come l'emerito papa... Mi vien ke ridere ! Ma o'veramente questi credono che siamo [congiuntivo] beoti fino a tal punto ???? Se si, i veri beoti sono loro. Peccato cge alle ue non ci siano candidati notav e novax...sbaglierò ancora votando antonio maria rinaldi, sperando che non savoni, non borghi e non bagnai [tutti congiuntivi]...







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