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Così le truppe alleate sterminavano gli italiani: scoperto il dossier segreto sui crimini degli Alleati in Italia Febbraio 1, 2020
Non furono solo le ormai famigerate Marocchinate. SCOPERTA ALL’ARCHIVIO DI STATO UNA RELAZIONE SUI CRIMINI COMMESSI DA TRUPPE USA, INGLESI E CANADESI. DAL SETTEMBRE 1943 AL DICEMBRE 1944 CI FURONO 1.250 MORTI INVESTITI DAI MEZZI MILITARI E 342 OMICIDI. UNO STERMINIO.
Emiliano Ciotti, presidente dell’Associazione Nazionale Vittime delle Marocchinate, ha rinvenuto un dossier segreto all’Archivio di Stato di Roma. Il dossier, stilato dall’allora ministero della Guerra e composto da circa 2mila pagine, è intitolato Statistica incidenti e crimini commessi da truppe alleate.
Di seguito alcuni dati riepilogativi: quelli sugli «incidenti automobilistici» che hanno provocato 1.250 morti «tra il settembre 1943 e il dicembre 1944». E CHE DIVENTANO 3.047 IN UN ALTRO FOCUS ESTESO AL GIUGNO 1947.
Sinistri «da imputarsi per la maggior parte al dispregio per le norme di disciplina stradale manifestato dai conduttori». E poi: «342 omicidi, risultante di atti spavaldi e malvagi prodotti da militari avvinazzati» dediti «a molestie alla popolazione civile, specialmente donne, sia nella pubblica strada, sia nelle abitazioni private».
Quanto alla cifra su furti e rapine (6.489) «pur considerevole, è da ritenersi molto inferiore a quella reale per il fenomeno — spiegabilissimo — della mancata denuncia per il timore del peggio».
Il corposo studio sui crimini commessi dalle TRUPPE AMERICANE, INGLESI, CANADESI E FRANCESI nella Penisola è stato ritrovato in questi giorni all’Archivio Storico di Stato dell’Eur da Emiliano Ciotti, vigile del fuoco di professione e ricercatore storico. UN SUO PROZIO, ANASTASIO GIGLI, VENNE STUPRATO E UCCISO DAI GOUMIERS — LE TRUPPE COLONIALI FRANCESI COMPOSTE DA MAROCCHINI, TUNISINI, ALGERINI E SENEGALESI — nel Basso Lazio. Anche per questo, da tempo, Ciotti si dedica alla ricostruzione delle violenze commesse tra il luglio 1943 (dopo lo sbarco in Sicilia) e l’inverno 1944, quando i coloniali vennero trasferiti nel fronte del Nord Europa a seguito delle fortissime proteste italiane indirizzate al comando alleato per quegli stupri di massa.
Un «rapporto segreto» rivela che dopo la fuga dei tedeschi dalla linea gotica «ogni casa fu visitata e tutti gli effetti dei civili sistematicamente asportati». «Nella maggior parte gli abitanti rimasero unicamente con i vestiti che in quel momento indossavano». Un convento fu saccheggiato e nulla valsero i «turni di guardia» degli sfollati che qui si erano rifugiati portando i loro averi. «Le popolazioni di Cattolica e Riccione, già vessate dai tedeschi, e che attendevano con ansia le truppe liberatrici, rimasero terrorizzate» da uccisioni «per pura brutalità» e i saccheggi contro cui a nulla valse il «tentativo di mettere un freno da parte del sindaco di Riccione» che parlava «un ottimo inglese».
Chi all’epoca scrisse il riepilogo del rapporto nota che «molti dei conduttori investitori continuano per la loro strada senza portare alcun aiuto agli investiti». Per quanto riguarda il capitolo «omicidi, ferimenti, aggressioni e violenze» viene spiegato che «tali fatti non debbono essere considerati nella grandissima maggioranza come manifestazioni di malvolere delle truppe alleate verso di noi». No, sarebbe «la risultante di atti spavaldi e malvagi prodotti da iniziativa di militari avvinazzati; molestie alla popolazione civile, specialmente donne, sia in strada che in casa»; «provocazioni a militari italiani». «Molti omicidi sono stati commessi a danno di civili (spesso genitori, fratelli o mariti) per la resistenza fatta o la difesa da essi esercitata allo scopo di impedire violenze carnali».
A tutti questi crimini, ovviamente, sono da aggiungere le famigerate «marocchinate».
DICONO DI AVERCI LIBERATI NEL ’43. AD OGGI SONO ANCORA QUI.
Emiliano Ciotti, presidente dell’Associazione Nazionale Vittime delle Marocchinate, ha rinvenuto un dossier segreto all’Archivio di Stato di Roma. Il dossier, stilato dall’allora ministero della Guerra e composto da circa 2mila pagine, è intitolato Statistica incidenti e crimini commessi da truppe alleate.
Di seguito alcuni dati riepilogativi: quelli sugli «incidenti automobilistici» che hanno provocato 1.250 morti «tra il settembre 1943 e il dicembre 1944». E CHE DIVENTANO 3.047 IN UN ALTRO FOCUS ESTESO AL GIUGNO 1947.
Sinistri «da imputarsi per la maggior parte al dispregio per le norme di disciplina stradale manifestato dai conduttori». E poi: «342 omicidi, risultante di atti spavaldi e malvagi prodotti da militari avvinazzati» dediti «a molestie alla popolazione civile, specialmente donne, sia nella pubblica strada, sia nelle abitazioni private».
Quanto alla cifra su furti e rapine (6.489) «pur considerevole, è da ritenersi molto inferiore a quella reale per il fenomeno — spiegabilissimo — della mancata denuncia per il timore del peggio».
Il corposo studio sui crimini commessi dalle TRUPPE AMERICANE, INGLESI, CANADESI E FRANCESI nella Penisola è stato ritrovato in questi giorni all’Archivio Storico di Stato dell’Eur da Emiliano Ciotti, vigile del fuoco di professione e ricercatore storico. UN SUO PROZIO, ANASTASIO GIGLI, VENNE STUPRATO E UCCISO DAI GOUMIERS — LE TRUPPE COLONIALI FRANCESI COMPOSTE DA MAROCCHINI, TUNISINI, ALGERINI E SENEGALESI — nel Basso Lazio. Anche per questo, da tempo, Ciotti si dedica alla ricostruzione delle violenze commesse tra il luglio 1943 (dopo lo sbarco in Sicilia) e l’inverno 1944, quando i coloniali vennero trasferiti nel fronte del Nord Europa a seguito delle fortissime proteste italiane indirizzate al comando alleato per quegli stupri di massa.
Un «rapporto segreto» rivela che dopo la fuga dei tedeschi dalla linea gotica «ogni casa fu visitata e tutti gli effetti dei civili sistematicamente asportati». «Nella maggior parte gli abitanti rimasero unicamente con i vestiti che in quel momento indossavano». Un convento fu saccheggiato e nulla valsero i «turni di guardia» degli sfollati che qui si erano rifugiati portando i loro averi. «Le popolazioni di Cattolica e Riccione, già vessate dai tedeschi, e che attendevano con ansia le truppe liberatrici, rimasero terrorizzate» da uccisioni «per pura brutalità» e i saccheggi contro cui a nulla valse il «tentativo di mettere un freno da parte del sindaco di Riccione» che parlava «un ottimo inglese».
Chi all’epoca scrisse il riepilogo del rapporto nota che «molti dei conduttori investitori continuano per la loro strada senza portare alcun aiuto agli investiti». Per quanto riguarda il capitolo «omicidi, ferimenti, aggressioni e violenze» viene spiegato che «tali fatti non debbono essere considerati nella grandissima maggioranza come manifestazioni di malvolere delle truppe alleate verso di noi». No, sarebbe «la risultante di atti spavaldi e malvagi prodotti da iniziativa di militari avvinazzati; molestie alla popolazione civile, specialmente donne, sia in strada che in casa»; «provocazioni a militari italiani». «Molti omicidi sono stati commessi a danno di civili (spesso genitori, fratelli o mariti) per la resistenza fatta o la difesa da essi esercitata allo scopo di impedire violenze carnali».
A tutti questi crimini, ovviamente, sono da aggiungere le famigerate «marocchinate».
DICONO DI AVERCI LIBERATI NEL ’43. AD OGGI SONO ANCORA QUI.
Un Commento
Monia 667
Prendiamo nota:
USA
INGLESI con le colonie, fra cui la nigeria
CANADESI
FRANCESI
MAROCCHINI
TUNISINI
ALGERINI
SENEGALESI
ed ovviamente TEDESCHI
e NEMICO INTERNO [Conte o Non Conte]
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