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Il Guardasigilli del M5S Bonafede chiede una tregua, Ma il leghista rincara: “Su Carola decisione politica”
Francesco Grignetti 03 Luglio 2019
ROMA. È un Matteo Salvini scatenato, che per l’intero giorno si slancia irridente contro la magistrata di Agrigento che ha scarcerato Carola, contro l’Anm, contro le Ong, contro l’opposizione. Fa dirette Facebook, ma usa toni durissimi anche dai banchi del governo a Montecitorio. Una frase per tutte: «È una sentenza vergognosa. Una scelta incredibile con motivazioni incredibili. Una motovedetta della Gdf non è una nave da guerra? È un pedalò? C'è una legge, chi se ne frega». È TALMENTE SCATENATO DA IPOTIZZARE UNA RIFORMA COMPLESSIVA DELLA MAGISTRATURA, DI CUI VORREBBE CAMBIARE TUTTO: ACCESSO, PERCORSI FORMATIVI, PROGRESSIONE DI CARRIERA (E SI SA CHE IL VICEPREMIER SPINGE PER UNA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE).
Tanta foga mette in imbarazzo i partner di governo. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede tenta di frenarlo: «Non voglio fare polemiche, ma dal mio punto di vista l'autonomia e l'indipendenza della magistratura sono valori sanciti dalla nostra Costituzione, che vanno rispettati. Ciascuno può essere d'accordo o no con una decisione della magistratura, ci mancherebbe, ma non si dovrebbe arrivare ad attaccare il singolo magistrato parlando di togliersi o non togliersi la toga, di candidarsi in politica».
Bonafede non intende assolutamente litigare. E CI CREDO IL MO-VI-MENTO 5 STALLE SPARIREBBE... Perciò si mostra ultra-conciliante: «Sapete - dice ai suoi, sorseggiando il caffè - , purtroppo le leggi vanno sempre interpretate, come qualunque cosa che è scritta in lingua italiana, una lingua che ha le sue sfumature».
Non appena gli riferiscono della cauta presa di posizione del collega, però, il leghista rimbrotta anche lui: «È una chiara sentenza politica, avrò il diritto di denunciarlo? Mettere a rischio la vita di cinque militari della Guardia di Finanza merita il carcere? Secondo questo giudice, no. E' una sentenza che a me ha provocato rabbia, poi ognuno dica quello che vuole».
Fa male soprattutto l’accusa di giustizia politicizzata. «Quando un provvedimento risulta sgradito al ministro dell'Interno - sostiene l’Anm - scatta immediatamente l’accusa al magistrato di fare politica». MA SALVINI NON È IN VENA DI LASCIAR CORRERE: «CON TUTTI I PROBLEMI CHE STANNO EMERGENDO AL VOSTRO INTERNO, NON PENSO SIA IL MOMENTO PIÙ ADATTO PER DARE LEZIONI AD ALTRI».
Tanta foga mette in imbarazzo i partner di governo. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede tenta di frenarlo: «Non voglio fare polemiche, ma dal mio punto di vista l'autonomia e l'indipendenza della magistratura sono valori sanciti dalla nostra Costituzione, che vanno rispettati. Ciascuno può essere d'accordo o no con una decisione della magistratura, ci mancherebbe, ma non si dovrebbe arrivare ad attaccare il singolo magistrato parlando di togliersi o non togliersi la toga, di candidarsi in politica».
Bonafede non intende assolutamente litigare. E CI CREDO IL MO-VI-MENTO 5 STALLE SPARIREBBE... Perciò si mostra ultra-conciliante: «Sapete - dice ai suoi, sorseggiando il caffè - , purtroppo le leggi vanno sempre interpretate, come qualunque cosa che è scritta in lingua italiana, una lingua che ha le sue sfumature».
Non appena gli riferiscono della cauta presa di posizione del collega, però, il leghista rimbrotta anche lui: «È una chiara sentenza politica, avrò il diritto di denunciarlo? Mettere a rischio la vita di cinque militari della Guardia di Finanza merita il carcere? Secondo questo giudice, no. E' una sentenza che a me ha provocato rabbia, poi ognuno dica quello che vuole».
Fa male soprattutto l’accusa di giustizia politicizzata. «Quando un provvedimento risulta sgradito al ministro dell'Interno - sostiene l’Anm - scatta immediatamente l’accusa al magistrato di fare politica». MA SALVINI NON È IN VENA DI LASCIAR CORRERE: «CON TUTTI I PROBLEMI CHE STANNO EMERGENDO AL VOSTRO INTERNO, NON PENSO SIA IL MOMENTO PIÙ ADATTO PER DARE LEZIONI AD ALTRI».
Uno |
Due |
Tre non è Massima, è solo Decima Malafede ! |
Un Commento
Una cosa è certa. Le leggi vanno scritte in un buon Italiano che TUTTI possAno comprendere. Se non comprendo NON posso eseguire o rispettare. E' un evidente "escamotage" degli “scrittori” artatamente AMBIGUI in modo che i magistrati possAno fare gli attori e non i giuristi. Credono che Noi servi della gleba non siamo [congiuntivo] all'altezza di compredere le loro “furberie”. Ma il contadino che NON era u coglione, lo sapeva prima del pladrone. E la Cassazione si fa le Filippe Lager back invece di leggere le cazzate che i “legislatori” scribacchiano a membro di Canide?
Sveja papp ones ! Guadagnatevi il maltolto !
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