sabato 18 gennaio 2020

Ca22azione tana libera i pirati stranieri e fotti gli autoctoni Italiani

 Risultati immagini per gif animata: bandiera pirata
Carola fra qualche anno
Immagine correlata
Rackete Carola oggi
Immagine correlata
Navi SAR in Med
                                                 



Fatto qui sotto il résumé dell'imbroglio ex Ca22azione Italiana tana libera i pirati stranieri e fotti gli autoctoni Italiani, si propone di prendere i “salvati” fuori sede piratescamente scaricati in Italia, e trasportarli con Navi dello Stato Italiano nei paesi di bandiera dello scafo. Inoltre vorremmo sapere che ci fa la germania, l'olanda eccetera nel Mediterraneo. Andiamo Noi nei mari nordici per scaricare immondizia o quant'altro se non concordato con il paese destinatario? Non siamo il professor Sinagra che ammiriamo in sommo grado, però abbiamo la Logica del Diritto. Se volete, chiamatelo Buon Senso. Chi non ha documenti va dichiarato apolide. Ci sarebbe la corsa negra a ricordarsi la nazionalità.
Carola Rackete, tedesca
Ong, tedesca di Berlino, battente bandiera Paesi Bassi-Olanda
Sbarco: Lampedusa-Agrigento di proprietà di Luigi XVI il Patronaggio
https://www.studiobellu.com Dal Professor Augusto Sinagra, docente di diritto internazionale.
1. Le navi che solcano i mari battono una Bandiera. La Bandiera non è una cosa meramente folkloristica o di colore. La Bandiera della nave rende riconoscibile lo Stato di riferimento della nave nei cui Registri navali essa è iscritta (nei registri è indicata anche la proprietà pubblica o privata).
2. La nave è giuridicamente una “comunità viaggiante” o, in altri termini, una “proiezione mobile” dello Stato di riferimento. In base al diritto internazionale la nave, fuori dalle acque territoriali di un altro Stato, è considerata “territorio” dello Stato della Bandiera.
Dunque, sulla nave in mare alto si applicano le leggi, tutte le leggi, anche quelle penali, dello Stato della Bandiera.
3. Il famoso Regolamento UE di Dublino prevede che dei cosiddetti “profughi” (in realtà, deportati) debba farsi carico lo Stato con il quale essi per prima vengono in contatto. A cominciare dalle eventuali richieste di asilo politico.
4. Non si vede allora quale sia la ragione per la quale una nave battente Bandiera, per esempio, tedesca, spagnola o francese, debba – d’intesa con gli scafisti – raccogliere i cosiddetti profughi appena fuori le acque territoriali libiche e poi scaricarli in Italia quando la competenza e l’obbligo è, come detto, dello Stato della Bandiera.
5. Da ultimo è emerso che due navi battenti Bandiera olandese e con il solito carico di merce umana, non si connettano giuridicamente al Regno di Olanda e né figurino su quei registri navali, come dichiarato dalle Autorità olandesi.
Allora, giuridicamente, si tratta di “navi pirata” le quali non sono solo quelle che battono la bandiera nera con il teschio e le tibie incrociate (come nei romanzi di Emilio Salgari).
6. Ne deriva il diritto/dovere di ogni Stato di impedirne la libera navigazione, il sequestro della nave e l’arresto del Comandante e dell’equipaggio.
Molti dei cosiddetti “profughi” cominciano a protestare pubblicamente denunciando di essere stati deportati in Italia contro la loro volontà. Si è in presenza, dunque, di una nuova e inedita tratta di schiavi, di un disgustoso e veramente vomitevole schiavismo consumato anche con la complicità della UE, che offende la coscienza umana e che va combattuto con ogni mezzo.

Nessun commento: