Perché un virus non è mai un pericolo!
Author: borgio3 venerdì 10 luglio 2020 Posted by Marcello Salas a 07:17:00
Avete paura dei microbi, siano essi batteri, funghi, virus, metazoi, protozoi. Vi siete mai chiesti perché?
Perché avete letto o vi hanno detto che causano le malattie? Siete sicuri?
Li avete mai visti all’opera?
Ed anche su di voi stessi, li avete mai visti funzionare? Avete visto in loro la volontà di determinare in voi una o più alterazioni a fini malevoli o maligni?
Sapete perché dicono che provocano malattie?
Perché li trovano nei tessuti di persone il cui stato di salute non è buono (e il non essere buono non significa che sia maligno). Semplicemente li trovano nei tessuti che vengono asportati o nelle secrezioni prodotte dai tessuti il cui stato è infiammatorio o comunque di alterazione.
E come vengono trovati?
Con analisi chimiche, con osservazioni al microscopio.
MA IN NATURA NON ESISTONO ANALISI CHIMICHE (ESSE SONO STATE PRODOTTE DALL’UOMO, CON UNA ESATTEZZA E AFFIDABILITÀ INVERO ASSAI SCARSE).
In Natura non esiste il microscopio. All’uomo, come agli altri animali, è consentita una potenza visiva limitata e non per caso.
Anche una vista acutissima, può vedere strutture dell’ordine di mezzo millimetro, forse anche un quarto di millimetro, ma non oltre.
Perché?
PERCHÉ CHI È UTILE O PERICOLOSO PER L’UMANO DEVE COLLOCARSI ALL’INTERNO DEL SUO POTERE VISIVO, IN MODO TALE CHE SE HA BISOGNO DI QUALCOSA POSSA VEDERLO E SE DEVE PROTEGGERSI DA QUALCOSA POSSA VEDERLO.
Tutto ciò che esula da questo potere visivo, non lo è a caso. Rimane nascosto, nell’enormità e nell’invisibile, perché esula dal controllo umano, perché non può essergli favorevole o dannoso. E’ al di fuori di questi concetti e la’ deve restare. E’ imperscrutabile, punto.
L’essersi spinti a vedere ciò che continua a rimanere invisibile ad occhio nudo, ha dovuto per forza portare a collocarsi rispetto a ciò che si è osservato. Finché non vedi non sai, ma se vedi sai e ti poni in uno stato di attenzione e di giudizio.
Ma il vedere non significa conoscere tutto ciò che riguarda ciò che si è visto.
VEDERE, È SOLO UNA MINIMA PARTE DELLA CONOSCENZA E DELLA VERITÀ SU CIÒ CHE SI È VISTO. E COME SAPPIAMO DALLA FISICA, TUTTO CIÒ CHE VIENE OSSERVATO CAMBIA PROPRIO PERCHÉ LO SI È OSSERVATO.
Faccio un esempio.
I miei occhi vedono il lupo, perché le sue dimensioni rientrano nelle mie possibilità visive. Se non l’ho mai visto prima, spontaneamente non ne ho paura. Ma se lo vedo azzannare un umano, posso concludere che il lupo è un animale aggressivo e un predatore. Posso dispiacermi del suo atteggiamento, ma è la sua natura. Dovrei anche chiedermi cosa ha fatto l’umano per essere azzannato dal lupo. In altre parole, se vedo il lupo, prima di giudicarlo cattivo devo tenere conto di ogni cosa che lo riguarda.
Potrei vedere dei lupi giocare tra loro e se rimango nel non-giudizio, posso desumere che il lupo in alcune situazioni/condizioni è pericoloso. Non ce l’ho con lui, ma porto rispetto e mi premuro per non farmi azzannare.
I miei occhi non vedono i virus, perché le loro dimensioni sono al di fuori delle mie possibilità visive. Non provo paura nei loro riguardi, non ne ho motivo. Se mi viene il raffreddore, che (da poco) sappiamo coinvolgere strutture virali di cui attualmente non sappiamo pressoché nulla, mi soffio il naso, mi metto nel letto, riposo, mi nutro, faccio una ventina di sternuti e via, verso la riparazione.
VEDIAMO COSA SUCCEDE A FORZARE LA NATURA E LE DOTAZIONI UMANE.
I miei occhi non vedono i virus, perché le loro dimensioni sono al di fuori delle mie possibilità visive. MA MI HANNO DETTO OD HO LETTO DELLE COSE CHE LI RIGUARDANO E LI GIUDICANO FORIERI DI MALATTIE E DEVASTAZIONI CORPOREE. ME LO SONO SENTITO DIRE FIN DA BAMBINO, MI HANNO FATTO CREDERE CHE I VIRUS SI TRASMETTONO DI NASCOSTO, CHE SONO CATTIVI, CHE SONO DEI TERRORISTI, CHE POSSONO PORTARMI NELLA TOMBA. Non li vedo all’opera, non li vedo proprio, ma istintivamente, inconsciamente, li reputo responsabili maligni del terribile raffreddore che mi perseguita. Devo distruggerli, devo combatterli pur non sapendo quali sono le loro funzioni, quali sono i meccanismi di comunicazione tra loro e il mio corpo. Devo ammazzarli senza sapere nulla di loro.
Non mi perito di pensare che se sono invisibili è perché non sono un pericolo, perché sono entità super partes che agiscono non per il mio bene o il mio male, ma per la vita stessa come concetto assoluto e non individuale.
Non penso nemmeno e questo è il dolo più grave, il peccato originale.
Credere, con supponenza, che l’opera della Natura sia stata creata solo per me.
INTEGRAZIONI ALL’ARTICOLO
Alcune persone, la minoranza in verità, hanno espresso perplessità rispetto al concetto che ho espresso ieri, riguardante il nemico pubblico numero uno, il virus. In quell’articolo asserivo che il virus non è piccolo a caso, ma per rimanere in quell’area del non visibile, che non può in nessun caso rappresentare qualcosa di dannoso per l’essere umano, ma qualcosa che esiste al di la’ dell’essere umano e che con l’essere umano interagisce secondo modalità e motivazioni che l’umano ancora oggi non conosce.
Queste persone, che ringrazio per la loro perplessità, mi danno modo di esprimere alcune altre considerazioni a supporto e completamento di quanto da me espresso.
– Prima integrazione: il virus, come gli altri microorganismi, esiste. Non è visibile ad occhio nudo, ma esiste. Io non ho mai asserito che non esista;
– Seconda integrazione: l’ignoranza dell’umano al riguardo delle ragioni per cui il virus esista, perché si comporti in un certo modo e quali siano le interazioni tra lui e l’umano e tra lui e l’ambiente tutto, è sovrana;
– Terza integrazione: il presumere od il constatare qualcosa di un entità semplice e complessa come il virus, non significa averne in mano la completa verità;
– Quarta integrazione: tirare in ballo gas, funghi velenosi ed altre sostanze che in Natura sono pericolose per l’uomo, non smentisce quanto ho scritto. Semmai rafforza il concetto per il quale l’ignoranza e la presunzione dell’essere umano al riguardo di ciò che lo circonda, sono al livelli osceni;
– Quinta integrazione: additare un virus a causa di ciò che colpisce l’uomo è un esercizio di comodo che deve essere suffragato da prove scientifiche che attualmente sono del tutto mancanti. Il fatto di rinvenire in alcune parti del corpo (chissà perché non in tutto il corpo) un virus non può permettere di concludere che sia esso la causa di ciò che capita a quell’umano. Se anche lo si rinvenisse 10 volte, non è sufficiente per definire che sia esso la causa della malattia se non si è osservata la sua presenza anche prima dell’evento patologico e dopo la fine dell’evento patologico;
– Sesta integrazione: il fatto di usare tecnologie sempre più sofisticate per poter vedere i virus o svelare la loro presenza, non significa conoscere le ragioni biologiche della loro presenza, gli eventuali benefici apportati all’umano e gli effetti collaterali dati dalla sua azione;
– Settima integrazione: se l’uomo RISPETTA la Natura, ACCOGLIE i suoi insegnamenti, rispetta e ACCETTA i propri limiti corporei in quanto biologicamente sensati e IMPARA dalle sue esperienze, la sua vita ha la stessa percentuale di perpetuazione di quella degli altri esseri viventi;
– Ottava integrazione: Se l’uomo NON RISPETTA la Natura, RIFUGGE i suoi insegnamenti, VIOLA E RIFIUTA i propri limiti corporei facendoli travalicare nel non biologicamente sostenibile e NON IMPARA dalle esperienze completate, la sua vita ha una percentuale di godibilità e perpetuazione legata veramente al caso.
Chi vivrà vedrà.
Buona vita a tutti
Commento
Monia 667
questo è davvero MOOOLTO istruttivo. Lo diffondo fra le testine che conosco io. Vediamo se il loro cervellino mascherinato riesce a capire. Fanno subito il lavaggio a quei disgraziati che hanno messo incoscientemente al mondo, credendo di far loro un favore ! Altro che imprinting: marchio alla stupidità. Il loro scopo è dominarci con la paura. Alla conte conte. Ma il conte, senza l'oste....
Avete paura dei microbi, siano essi batteri, funghi, virus, metazoi, protozoi. Vi siete mai chiesti perché?
Perché avete letto o vi hanno detto che causano le malattie? Siete sicuri?
Li avete mai visti all’opera?
Ed anche su di voi stessi, li avete mai visti funzionare? Avete visto in loro la volontà di determinare in voi una o più alterazioni a fini malevoli o maligni?
Sapete perché dicono che provocano malattie?
Perché li trovano nei tessuti di persone il cui stato di salute non è buono (e il non essere buono non significa che sia maligno). Semplicemente li trovano nei tessuti che vengono asportati o nelle secrezioni prodotte dai tessuti il cui stato è infiammatorio o comunque di alterazione.
E come vengono trovati?
Con analisi chimiche, con osservazioni al microscopio.
MA IN NATURA NON ESISTONO ANALISI CHIMICHE (ESSE SONO STATE PRODOTTE DALL’UOMO, CON UNA ESATTEZZA E AFFIDABILITÀ INVERO ASSAI SCARSE).
In Natura non esiste il microscopio. All’uomo, come agli altri animali, è consentita una potenza visiva limitata e non per caso.
Anche una vista acutissima, può vedere strutture dell’ordine di mezzo millimetro, forse anche un quarto di millimetro, ma non oltre.
Perché?
PERCHÉ CHI È UTILE O PERICOLOSO PER L’UMANO DEVE COLLOCARSI ALL’INTERNO DEL SUO POTERE VISIVO, IN MODO TALE CHE SE HA BISOGNO DI QUALCOSA POSSA VEDERLO E SE DEVE PROTEGGERSI DA QUALCOSA POSSA VEDERLO.
Tutto ciò che esula da questo potere visivo, non lo è a caso. Rimane nascosto, nell’enormità e nell’invisibile, perché esula dal controllo umano, perché non può essergli favorevole o dannoso. E’ al di fuori di questi concetti e la’ deve restare. E’ imperscrutabile, punto.
L’essersi spinti a vedere ciò che continua a rimanere invisibile ad occhio nudo, ha dovuto per forza portare a collocarsi rispetto a ciò che si è osservato. Finché non vedi non sai, ma se vedi sai e ti poni in uno stato di attenzione e di giudizio.
Ma il vedere non significa conoscere tutto ciò che riguarda ciò che si è visto.
VEDERE, È SOLO UNA MINIMA PARTE DELLA CONOSCENZA E DELLA VERITÀ SU CIÒ CHE SI È VISTO. E COME SAPPIAMO DALLA FISICA, TUTTO CIÒ CHE VIENE OSSERVATO CAMBIA PROPRIO PERCHÉ LO SI È OSSERVATO.
Faccio un esempio.
I miei occhi vedono il lupo, perché le sue dimensioni rientrano nelle mie possibilità visive. Se non l’ho mai visto prima, spontaneamente non ne ho paura. Ma se lo vedo azzannare un umano, posso concludere che il lupo è un animale aggressivo e un predatore. Posso dispiacermi del suo atteggiamento, ma è la sua natura. Dovrei anche chiedermi cosa ha fatto l’umano per essere azzannato dal lupo. In altre parole, se vedo il lupo, prima di giudicarlo cattivo devo tenere conto di ogni cosa che lo riguarda.
Potrei vedere dei lupi giocare tra loro e se rimango nel non-giudizio, posso desumere che il lupo in alcune situazioni/condizioni è pericoloso. Non ce l’ho con lui, ma porto rispetto e mi premuro per non farmi azzannare.
I miei occhi non vedono i virus, perché le loro dimensioni sono al di fuori delle mie possibilità visive. Non provo paura nei loro riguardi, non ne ho motivo. Se mi viene il raffreddore, che (da poco) sappiamo coinvolgere strutture virali di cui attualmente non sappiamo pressoché nulla, mi soffio il naso, mi metto nel letto, riposo, mi nutro, faccio una ventina di sternuti e via, verso la riparazione.
VEDIAMO COSA SUCCEDE A FORZARE LA NATURA E LE DOTAZIONI UMANE.
I miei occhi non vedono i virus, perché le loro dimensioni sono al di fuori delle mie possibilità visive. MA MI HANNO DETTO OD HO LETTO DELLE COSE CHE LI RIGUARDANO E LI GIUDICANO FORIERI DI MALATTIE E DEVASTAZIONI CORPOREE. ME LO SONO SENTITO DIRE FIN DA BAMBINO, MI HANNO FATTO CREDERE CHE I VIRUS SI TRASMETTONO DI NASCOSTO, CHE SONO CATTIVI, CHE SONO DEI TERRORISTI, CHE POSSONO PORTARMI NELLA TOMBA. Non li vedo all’opera, non li vedo proprio, ma istintivamente, inconsciamente, li reputo responsabili maligni del terribile raffreddore che mi perseguita. Devo distruggerli, devo combatterli pur non sapendo quali sono le loro funzioni, quali sono i meccanismi di comunicazione tra loro e il mio corpo. Devo ammazzarli senza sapere nulla di loro.
Non mi perito di pensare che se sono invisibili è perché non sono un pericolo, perché sono entità super partes che agiscono non per il mio bene o il mio male, ma per la vita stessa come concetto assoluto e non individuale.
Non penso nemmeno e questo è il dolo più grave, il peccato originale.
Credere, con supponenza, che l’opera della Natura sia stata creata solo per me.
INTEGRAZIONI ALL’ARTICOLO
Alcune persone, la minoranza in verità, hanno espresso perplessità rispetto al concetto che ho espresso ieri, riguardante il nemico pubblico numero uno, il virus. In quell’articolo asserivo che il virus non è piccolo a caso, ma per rimanere in quell’area del non visibile, che non può in nessun caso rappresentare qualcosa di dannoso per l’essere umano, ma qualcosa che esiste al di la’ dell’essere umano e che con l’essere umano interagisce secondo modalità e motivazioni che l’umano ancora oggi non conosce.
Queste persone, che ringrazio per la loro perplessità, mi danno modo di esprimere alcune altre considerazioni a supporto e completamento di quanto da me espresso.
– Prima integrazione: il virus, come gli altri microorganismi, esiste. Non è visibile ad occhio nudo, ma esiste. Io non ho mai asserito che non esista;
– Seconda integrazione: l’ignoranza dell’umano al riguardo delle ragioni per cui il virus esista, perché si comporti in un certo modo e quali siano le interazioni tra lui e l’umano e tra lui e l’ambiente tutto, è sovrana;
– Terza integrazione: il presumere od il constatare qualcosa di un entità semplice e complessa come il virus, non significa averne in mano la completa verità;
– Quarta integrazione: tirare in ballo gas, funghi velenosi ed altre sostanze che in Natura sono pericolose per l’uomo, non smentisce quanto ho scritto. Semmai rafforza il concetto per il quale l’ignoranza e la presunzione dell’essere umano al riguardo di ciò che lo circonda, sono al livelli osceni;
– Quinta integrazione: additare un virus a causa di ciò che colpisce l’uomo è un esercizio di comodo che deve essere suffragato da prove scientifiche che attualmente sono del tutto mancanti. Il fatto di rinvenire in alcune parti del corpo (chissà perché non in tutto il corpo) un virus non può permettere di concludere che sia esso la causa di ciò che capita a quell’umano. Se anche lo si rinvenisse 10 volte, non è sufficiente per definire che sia esso la causa della malattia se non si è osservata la sua presenza anche prima dell’evento patologico e dopo la fine dell’evento patologico;
– Sesta integrazione: il fatto di usare tecnologie sempre più sofisticate per poter vedere i virus o svelare la loro presenza, non significa conoscere le ragioni biologiche della loro presenza, gli eventuali benefici apportati all’umano e gli effetti collaterali dati dalla sua azione;
– Settima integrazione: se l’uomo RISPETTA la Natura, ACCOGLIE i suoi insegnamenti, rispetta e ACCETTA i propri limiti corporei in quanto biologicamente sensati e IMPARA dalle sue esperienze, la sua vita ha la stessa percentuale di perpetuazione di quella degli altri esseri viventi;
– Ottava integrazione: Se l’uomo NON RISPETTA la Natura, RIFUGGE i suoi insegnamenti, VIOLA E RIFIUTA i propri limiti corporei facendoli travalicare nel non biologicamente sostenibile e NON IMPARA dalle esperienze completate, la sua vita ha una percentuale di godibilità e perpetuazione legata veramente al caso.
Chi vivrà vedrà.
Buona vita a tutti
Commento
Monia 667
questo è davvero MOOOLTO istruttivo. Lo diffondo fra le testine che conosco io. Vediamo se il loro cervellino mascherinato riesce a capire. Fanno subito il lavaggio a quei disgraziati che hanno messo incoscientemente al mondo, credendo di far loro un favore ! Altro che imprinting: marchio alla stupidità. Il loro scopo è dominarci con la paura. Alla conte conte. Ma il conte, senza l'oste....
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