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Mentre portavano via i cadaveri dei macchinisti, Mattarella festeggiava in mezzo ai cinesi Febbraio 6, 2020
In qualunque Paese decente, un presidente della Repubblica che guadagna centinaia di migliaia di euro, che mentre i soccorritori strappano alle lamiere i cadaveri di due macchinisti e cercano di salvare decine di feriti se la ride in una scuola piena di cinesi per una carnevalata da accoglione, verrebbe mandato a casa.
Questo scellerato da anni siede abusivamente al Quirinale, nominato da un Parlamento uscito da un’elezione con legge incostituzionale, che nomina senatori a vita per puntellare la sua maggioranza abusiva quanto lui, non ha ritenuto indelicato prestarsi ad un’indegna mascherata mentre suoi connazionali soffrivano. E soffrivano, probabilmente, per l’incuria verso la nostra rete ferroviaria dei suoi governi illegittimi di centrosinistra.
Ce la vedete voi la Regina Elisabetta che se la ride in una scuola islamica nel giorno di una tragedia nazionale?
E la cosa ancora più sconvolgente è che nessun giornale cosiddetto ‘mainstream’ farà notare lo schifo. Perché fanno tutti parte dello stesso schifo.
Immaginate cosa avrebbero scritto e detto se Salvini avesse riso in mezzo ad una scolaresca in un caso del genere. Ma avrebbero fatto lo stesso anche in caso di naufragio di un barcone. Corrotti.
Si chiamavano Giuseppe Cicciù e Mario Di Cuonzo i due macchinisti che hanno perso la vita nell’incidente ferroviario nel Lodigiano. Il primo, 51enne, originario di Reggio Calabria, il secondo 59enne proveniente da Capua, nel Casertano. Giuseppe oltre a essere ferroviere era anche delegato sindacale. “Alle ultime elezioni per le rappresentanze sindacali non si era ricandidato anche se a malincuore – ricorda il segretario regionale della Fit Cisl, Giovanni Abimelech-, perché si era risposato da poco e aveva avuto una bambina. Ma lo vedevamo spesso, qui, o nelle nostre sedi alla stazione Garibaldi e in Centrale”.
Di Cuonzo, invece, era vicino alla pensione: “Un ferroviere con la “F” maiuscola, una grande professionista e appassionato del suo lavoro”. Questo accomunava i due uomini che hanno perso la vita nell’impatto del Frecciarossa 9595 Milano-Salerno deragliato all’alba di giovedì.
Giuseppe Di Maria, comandante provinciale dei vigili del fuoco di Lodi, ha spiegato che dopo il disastro “i macchinisti erano già fuori dal treno, li abbiamo trovati per terra, già deceduti, il primo era vicino al fabbricato e l’altro a una cinquantina di metri. I corpi sono ancora qui”, ha spiegato in mattinata.
Questo scellerato da anni siede abusivamente al Quirinale, nominato da un Parlamento uscito da un’elezione con legge incostituzionale, che nomina senatori a vita per puntellare la sua maggioranza abusiva quanto lui, non ha ritenuto indelicato prestarsi ad un’indegna mascherata mentre suoi connazionali soffrivano. E soffrivano, probabilmente, per l’incuria verso la nostra rete ferroviaria dei suoi governi illegittimi di centrosinistra.
Ce la vedete voi la Regina Elisabetta che se la ride in una scuola islamica nel giorno di una tragedia nazionale?
E la cosa ancora più sconvolgente è che nessun giornale cosiddetto ‘mainstream’ farà notare lo schifo. Perché fanno tutti parte dello stesso schifo.
Immaginate cosa avrebbero scritto e detto se Salvini avesse riso in mezzo ad una scolaresca in un caso del genere. Ma avrebbero fatto lo stesso anche in caso di naufragio di un barcone. Corrotti.
Si chiamavano Giuseppe Cicciù e Mario Di Cuonzo i due macchinisti che hanno perso la vita nell’incidente ferroviario nel Lodigiano. Il primo, 51enne, originario di Reggio Calabria, il secondo 59enne proveniente da Capua, nel Casertano. Giuseppe oltre a essere ferroviere era anche delegato sindacale. “Alle ultime elezioni per le rappresentanze sindacali non si era ricandidato anche se a malincuore – ricorda il segretario regionale della Fit Cisl, Giovanni Abimelech-, perché si era risposato da poco e aveva avuto una bambina. Ma lo vedevamo spesso, qui, o nelle nostre sedi alla stazione Garibaldi e in Centrale”.
Di Cuonzo, invece, era vicino alla pensione: “Un ferroviere con la “F” maiuscola, una grande professionista e appassionato del suo lavoro”. Questo accomunava i due uomini che hanno perso la vita nell’impatto del Frecciarossa 9595 Milano-Salerno deragliato all’alba di giovedì.
Giuseppe Di Maria, comandante provinciale dei vigili del fuoco di Lodi, ha spiegato che dopo il disastro “i macchinisti erano già fuori dal treno, li abbiamo trovati per terra, già deceduti, il primo era vicino al fabbricato e l’altro a una cinquantina di metri. I corpi sono ancora qui”, ha spiegato in mattinata.
Un Commento
Dobbiamo beccare i responsabili incapaci. A meno che non sia un fatto apposito per controbilanciare i benetton e i toscani. A pensar male ci si azzecca sempre.
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