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Il fondo ‘Ursula’, soldi italiani per salvare le industrie tedesche Settembre 8, 2019
Ancora una volta i contribuenti italiani dovranno salvare l’economia tedesca. Ma diranno che è per l’Europa.
Ursula von der Leyen sta lavorando ad un fondo sovrano europeo destinato a mobilitare finanziamenti, sia pubblici che PRIVATI, da destinare all’industria europea per complessivi 100 miliardi di euro.
Questo sulla carta.
Perché l’Italia sarebbe chiamata a essere il terzo più grande contributore di questo fondo, ma lasciandone il timone strategico a Francia e Germania finirebbe per finanziare i loro “campioni nazionali” a tutto detrimento del tessuto produttivo italiano.
Questo perché i dazi di Trump stanno mettendo in ginocchio la Cina. Che non esportando più verso gli Usa, non importa più macchinari dalla Germania (motivo per il quale non ci sono dazi a protezione della produzione italiana devastata dai cinesi) e così l’industria tedesca sta crollando.
Insomma, rischia di ripetersi quanto accaduto nell’ottobre-novembre del 2011 il Governo entrò in crisi interrompendo la sua azione di finanza pubblica. E’ solo con il primo Decreto del Governo Monti che appare la clausola IVA come è poi stata iterata nei lunghi 8 anni successivi. Una serie di clausole vincolanti e cifrate per importi e date. E’ del resto poi forse il caso di ricordare che oltre ad avere importato dall’Europa e montata in loco una clausola IVA di tipo imperativo, come da allora così ancora, uno dei primi atti del Governo Monti fu quello per cui il Governo italiano consentì il calcolo del contributo italiano al “Fondo Salva Banche” non in base al rischio, ma in base al PIL così che la crisi rispetto alla quale l’Italia era totalmente estranea (si rileggano le citate Considerazioni Finali) fu prima addebitata all’Italia come se si trattasse di una crisi della finanza pubblica italiana per poi essere – per beffa – messa sul conto dell’Italia gravandola – in aggiunta alle clausole – per un importo assolutamente spropositato.
In poche parole, la Ue costrinse l’Italia a finanziare il Fondo Salva Banche. A quel tempo, infatti, le banche tedesche, Deutsche Bank in particolare, erano follemente esposte verso la Grecia, che stava per saltare. E allora bisognava salvare la Grecia con i soldi degli italiani (e anche degli altri, compresi i tedeschi) per evitare che a pagare dovessero essere le banche tedesche.
Ma perché i contribuenti italiani dovettero pagare quanto quelli tedeschi, e non in base al rischio (che era tutto tedesco), caricandoci così di un debito che non era e non è nostro?
Tutto questo, ovviamente, avvenne defenestrando il governo eletto che si opponeva, e sostituendolo col docile Monti.
Ora ci stanno riprovando.
E sono 48, i miliardi che il governo Monti prese dai contribuenti per salvare le banche tedesche dall’imminente default greco, miliardi che sono andati ad aumentare il nostro debito. .
L’Italia è infatti il terzo creditore Ue della Grecia, con un’esposizione di 48 miliardi di euro. .
Prima dell’Italia c’è la Germania per 60 miliardi. La Francia ‘solo’ 46 miliardi.
Le stime di Bloomberg tengono conto dei prestiti bilaterali e le quote di partecipazione al fondo salva-Stati, nella Bce e nel Fmi.
Quei 48 miliardi li abbiamo pagati per ‘riscattare’ il debito greco detenuto dalle banche tedesche. Quei soldi non dovevano essere dati: tra l’altro senza chiedere il permesso agli italiani
Ma si doveva ‘comprare tempo’. Dare tempo alle banche tedesche di ‘uscire’ e mettere il debito sul groppone dei contribuenti italiani, tedeschi e francesi.
Quindi l’Italia, per far sopravvivere “l’euro così come è” per qualche anno in più, ha impegnato 48 miliardi. E le famigerate ‘clausole IVA’ nascono da lì.
Il fondo ‘Ursula’, soldi italiani per salvare le industrie tedesche Settembre 8, 2019
Ancora una volta i contribuenti italiani dovranno salvare l’economia tedesca. Ma diranno che è per l’Europa.
Ursula von der Leyen sta lavorando ad un fondo sovrano europeo destinato a mobilitare finanziamenti, sia pubblici che PRIVATI, da destinare all’industria europea per complessivi 100 miliardi di euro.
Questo sulla carta.
Perché l’Italia sarebbe chiamata a essere il terzo più grande contributore di questo fondo, ma lasciandone il timone strategico a Francia e Germania finirebbe per finanziare i loro “campioni nazionali” a tutto detrimento del tessuto produttivo italiano.
Questo perché i dazi di Trump stanno mettendo in ginocchio la Cina. Che non esportando più verso gli Usa, non importa più macchinari dalla Germania (motivo per il quale non ci sono dazi a protezione della produzione italiana devastata dai cinesi) e così l’industria tedesca sta crollando.
Insomma, rischia di ripetersi quanto accaduto nell’ottobre-novembre del 2011 il Governo entrò in crisi interrompendo la sua azione di finanza pubblica. E’ solo con il primo Decreto del Governo Monti che appare la clausola IVA come è poi stata iterata nei lunghi 8 anni successivi. Una serie di clausole vincolanti e cifrate per importi e date. E’ del resto poi forse il caso di ricordare che oltre ad avere importato dall’Europa e montata in loco una clausola IVA di tipo imperativo, come da allora così ancora, uno dei primi atti del Governo Monti fu quello per cui il Governo italiano consentì il calcolo del contributo italiano al “Fondo Salva Banche” non in base al rischio, ma in base al PIL così che la crisi rispetto alla quale l’Italia era totalmente estranea (si rileggano le citate Considerazioni Finali) fu prima addebitata all’Italia come se si trattasse di una crisi della finanza pubblica italiana per poi essere – per beffa – messa sul conto dell’Italia gravandola – in aggiunta alle clausole – per un importo assolutamente spropositato.
In poche parole, la Ue costrinse l’Italia a finanziare il Fondo Salva Banche. A quel tempo, infatti, le banche tedesche, Deutsche Bank in particolare, erano follemente esposte verso la Grecia, che stava per saltare. E allora bisognava salvare la Grecia con i soldi degli italiani (e anche degli altri, compresi i tedeschi) per evitare che a pagare dovessero essere le banche tedesche.
Ma perché i contribuenti italiani dovettero pagare quanto quelli tedeschi, e non in base al rischio (che era tutto tedesco), caricandoci così di un debito che non era e non è nostro?
Tutto questo, ovviamente, avvenne defenestrando il governo eletto che si opponeva, e sostituendolo col docile Monti.
Ora ci stanno riprovando.
E sono 48, i miliardi che il governo Monti prese dai contribuenti per salvare le banche tedesche dall’imminente default greco, miliardi che sono andati ad aumentare il nostro debito. .
L’Italia è infatti il terzo creditore Ue della Grecia, con un’esposizione di 48 miliardi di euro. .
Prima dell’Italia c’è la Germania per 60 miliardi. La Francia ‘solo’ 46 miliardi.
Le stime di Bloomberg tengono conto dei prestiti bilaterali e le quote di partecipazione al fondo salva-Stati, nella Bce e nel Fmi.
Quei 48 miliardi li abbiamo pagati per ‘riscattare’ il debito greco detenuto dalle banche tedesche. Quei soldi non dovevano essere dati: tra l’altro senza chiedere il permesso agli italiani
Ma si doveva ‘comprare tempo’. Dare tempo alle banche tedesche di ‘uscire’ e mettere il debito sul groppone dei contribuenti italiani, tedeschi e francesi.
Quindi l’Italia, per far sopravvivere “l’euro così come è” per qualche anno in più, ha impegnato 48 miliardi. E le famigerate ‘clausole IVA’ nascono da lì.
Un Commento
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Mettete il lucchetto ai vostri conti correnti. Prelevate un gruzzoletto e nascondetelo bene VICINO VOI, nel caso SICURO che ci grecino.
Non fate investimenti né pubblici, né privati.
Prendete i vostri Risparmi e spendeteli per Voi, i Vostri Umani ed i Vostri Animaletti di Famiglia.
Non mangiate carne IVA 22% e derivati come latte di altra Bestia e relativi prodotti caseari,, né pesce IVA 10%, né zucchero, né farmaci o integratori.
No sintetico, solo naturale.
Frutta, verdura, semi con IVA al 4%.
Diventare Vegani e MeloSalvi..niani per dispetto ai pede-menti, rasta, ofili eccetera eccetera, eccetera.
Aspettiamo sulla riva del Mare che passino le carcasse dei due squali PiDiMenti che si sono cannibalizzati...
Sun Tzuniamoli, Sun Tzuniamoli... Sun Tzuniamoli trallalààààà !
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