Non equilibrio: squilibrio: genera squilibrati.
E continuano a rompere il "Gioiello".
Estratto da https://www.tempi.it
L’USO DEL BAMBINO
I ripetuti attacchi a Greta Thunberg sui social di tutto il mondo sono da considerarsi deplorevoli, perché nel fotomontaggio diventato virale non bisogna vedere una bambina privilegiata contrapposta a dei coetanei abusati, ma un continuum di sfruttamento dell’infanzia da parte di adulti senza scrupoli. Greta viene mandata, mediaticamente parlando, al massacro per fini di speculazione economica e politica dagli adulti che dovrebbero proteggerla, analogamente a quei bambini che nel Sud del mondo vengono messi alla stanga approfittando della povertà estrema delle loro famiglie e della mancanza di educazione.
QUEL "VISINO" SEMPRE SOFFERENTE
Il senso di colpa dei genitori verso i figli può senz’altro essere utilizzato per condizionare i comportamenti degli adulti, e Greta è funzionale a questo obiettivo: una ragazza dai tratti fanciulleschi, dall’aria quasi sempre sofferente e dal volto contratto in una perenne smorfia di rimprovero [odio verso Trump]
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per il futuro che le sarebbe negato dalla trascuratezza dei genitori è quello che ci vuole per fare aprire il portafoglio, per il bene dell’ambiente e per liberare dall’angoscia la figlia di tutti, agli adulti riluttanti.
Il gioco funziona molto più di quanto avrebbe funzionato in passato grazie alle trasformazioni antropologiche che hanno reso dominante il paradigma della pedagogia anti-autoritaria di Benjamin Spock, quella che viene incolpata per il fatto che i bambini d’oggi sono diventati piccoli dittatori prepotenti, dispotici, aggressivi, capricciosi, che pretendono di avere tutto e subito. Negli anni Settanta il pediatra americano ammorbidì il suo permissivismo e si corresse, ma ormai era troppo tardi, per il semplice fatto che la corona di re della casa era passata dai genitori ai figli per motivi e trasformazioni sociali che andavano molto al di là delle teorie di uno studioso, il quale ebbe successo proprio perché interpretava lo spirito dei tempi e non perché lo suscitava.
Un infante con un copricapo regale campeggiava sulla copertina del famoso libro Se mi vuoi bene dimmi di no della neuropsichiatra Giuliana Ukmar, che negli anni Novanta rivalutava la pedagogia del “no” avendone sperimentato l’efficacia anche con i piccoli pazienti affetti da autismo: la sindrome di Asperger di Greta fa parte dello spettro autistico…