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La sentenza del Consiglio di Stato contro il Dpcm e lo stato d'emergenza
Il tribunale accoglie il ricorso di due esercenti e un genitore: "Profili di illegittimità costituzionale, il Tar del Lazio decida entro il 10 febbraio"
La Verità racconta oggi che il Consiglio di Stato, organo d'appello dei tribunali amministrativi regionali, ha accolto un ricorso del proprietario di una palestra, un di un ristoratore e di un genitore di uno studente delle superiori presentato dall'avvocata di Bologna Silvia Marzot con una ordinanza che, nei fatti, supporta le argomentazioni di chi si ribella alle restrizioni. Il tribunale amministrativo regionale aveva rigettato la sua richiesta a dicembre. Il 15 gennaio il Consiglio di Stato ha accolto l’istanza dell’avvocato Marzot e ha rinviato la questione al Tar, che viene chiamato a decidere in tempi brevissimi, già il 10 febbraio o comunque alla prima udienza utile.
Che cosa significa tutto ciò al netto delle sottigliezze giuridiche? Che il Consiglio di Stato ha accolto un ricorso in cui si chiede la sospensione dei dpcm e dello stato di emergenza. Non è roba da poco: per la prima volta si mettono seriamente in discussione le misure governative, ed è un organo giurisdizionale a farlo.
"Sarà il Tar a decidere se dichiarare illegittimi i dpcm, compreso quello attuale, o addirittura rinviare tutto alla Corte costituzionale", ha detto Silvia Marzot alla Verità . "Ricordo", aggiunge l’avvocata, "che la stessa Marta Cartabia disse che non esistono diritti speciali in momenti speciali". L'ordinanza fa capire che riguardo ai dpcm si pongono questioni di costituzionalità molto importanti, che vanno affrontate quanto prima, perché in gioco ci sono i destini di persone che, in fondo, non hanno tutti i torti a protestare.
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